Aprile e uno scorcio di maggio

La prima settimana di maggio ha voluto ‘fare i versi’ alla faccia instabile di aprile, ma già si prepara a ripeterne le… montagne russe nei prossimi giorni.
La settimana da commentare, che parte da martedì 30 aprile, permette di visualizzare nei dati delle temperature il tonfo termico sperimentato, appunto, nel giro delle 48 ore fra l’ultimo del mese scorso e il 2 maggio.
La breve risalita dei termometri degli ultimissimi giorni di aprile si è rivelata davvero effimera, seguita come è stata da condizioni del tutto opposte. Il cielo coperto e la pioggia del 1° maggio, infatti, avevano già inciso in maniera sensibile, ma il 2 ha rincarato la dose all’arrivo di aria più fredda: la neve si è rivista ancora oltre i 1500 m, mentre le temperature diurne sono letteralmente precipitate di ben 15°C rispetto a martedì 30.
Il discorso del passo più lungo della gamba resta valido anche al cospetto di questo evento, visto e considerato che nel passaggio da aprile a maggio sono molto più accettabili temperature massime di 12°C che non picchi estemporanei fino a 27°C. L’episodio perturbato ha riempito i pluviometri, che hanno raccolto apporti vicini a 80-100 mm, nei due giorni, nella maggior parte del nostro territorio provinciale.
Andando a memoria, è parso di ricordare una elevata frequenza di precipitazioni in corrispondenza del festivo 1° maggio: impressione confermata dal database dell’osservatorio, che ha rivelato come, negli ultimi 15 anni, la pioggia – poca o tanta – abbia quasi sempre prediletto tale giorno, ad eccezione del 2019.
In realtà, è tipico avere un incremento della frequenza della pioggia tra fine aprile e la prima decade di maggio, specie intorno al 3-5 maggio.
Per il resto della settimana in esame, il tempo si è gradualmente rimesso e la giornata migliore è risultata domenica 5.
Adesso è il momento dei ‘numeri di aprile’: il resoconto del mese centrale della primavera, di cui si era già anticipato qualcosa, conferma che si è trattato di edizione aprilina più mite del nornale, a dispetto del freddo fra il 18 e il 26, che sarà più facilmente rimasto nella memoria. La temperatura media di 12,9°C, infatti, lo pone al settimo posto nella graduatoria dei mesi di aprile più tiepidi dal 1929 in qua; lo scarto da norma 1991-2020, a Pontremoli, è stato di 1,4°C in più.
Le precipitazioni sono state di poco più copiose delle attese: 174,8 mm a fronte di una media ultracentenaria di circa 135 mm. Valori un poco superiori ai canoni anche a Villafranca, dove sono stati misurati 178,6 mm, mentre a Gragnola (121,6 mm) e a Massa (106,2 mm) il totale si è avvicinato, rispettivamente per difetto e per eccesso, a quello desunto dalle serie storiche disponibili.
In aprile, si è avuto un indice di nuvolosità abbastanza elevato, tipico della stagione, ma comunque un tantino inferiore ai valori normali che, ormai, contano 47 anni di osservazione.
Questo si è riflesso, specularmente, nel dato di eliofania, superiore alla media, che pure non conta ancora un riferimento così lungo. Il sole ha illuminato Pontremoli per 188,4 ore, circa una dozzina in più rispetto al dato medio trentennale ricavato dalle osservazioni che, nei prossimi giorni, compiranno proprio trent’anni essendo state avviate il 13 maggio 1994.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni