Merla e Candelora: più acqua che in 60 giorni

06meteoQuesta settimana a cavallo di gennaio e di febbraio ha avuto un lungo ‘cuore’ perturbato e gli estremi, martedì 29 e lunedì 4 – tra i giorni della Merla e la Candelora – destinati rispettivamente a precedere e a seguire la fase di maltempo.
La neve attesa anche a quote basse, il 30, ha fatto una comparsa fugace prima dell’alba imbiancando alcune superfici; il freddo umido con pioviggine gelida a valle e neve oltre i 400 m ha interessato diverse ore della giornata, senza particolare intensità. In serata si sono riaperte delle parziali schiarite: la notte del 31 è stata gelida e preparatoria del clima rigido prima dell’arrivo di aria più mite, giunta senza fretta il pomeriggio del giorno successivo. La sera, le precipitazioni si sono avviate dopo le 18,30, senza vento, con pioggia debole, poi moderata a tratti.
06meteo_tabellaFebbraio si è aperto con un diluvio che, venerdì 1, non ha concesso tregua; le basse temperature si sono mantenute la notte e il mattino, mitigandosi venendo la sera. Il freddo rimasto così tenacemente insaccato nelle valli non significava affatto temperature più basse in montagna: più in alto, i venti meridionali soffiavano già dalla sera precedente e la temperatura, specialmente sopra i 1000 metri, era andata stemperandosi al punto che le stazioni di rilevamento appenniniche, per diverse ore, hanno segnalato temperature simili o addirittura superiori a 1200 m piuttosto che a 200 m. In corrispondenza dei valichi più bassi – e del Brattello in particolare – la situazione descritta ha comportato il fenomeno del gelicidio, manifestatosi pure a quote collinari o di bassa montagna in vasti tratti del versante emiliano.
Conseguente ne è stata la tipica situazione ingarbugliata con avvicendamento a capriccio di strati ora più freddi ora più miti in entrambi i versanti a seconda della penetrazione del ‘marino’. Pomeriggio, sera dell’1e notte di sabato 2, la pioggia si è mutata in diluvio, parte della neve si è fusa e ha contribuito a dare corpo a fiumi e torrenti.
La pausa intervenuta tra le 6 e le 14, provvidenziale, ha permesso lo smaltimento delle piene prima che la mandata pomeridiana e di inizio serata suggellasse, con temperature di nuovo più basse e neve oltre quota 600-700, il passaggio completo del sistema frontale, rivelatosi di notevole impatto come da previsioni.
I quattro giorni dal 30 gennaio al 2 febbraio hanno dispensato dai 150-180 mm diffusi a quote basse fino ad oltre 350 mm nelle alte valli dell’Appennino e delle Alpi Apuane: quantitativi superiori a quelli precipitati nelle nove settimane comprese tra la fine di novembre e il 29 gennaio.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni