
Alla fine, anche un aprile ‘tosto’ come quello del 2020 si è dovuto piegare alla legge che vuole un po’ di alternanza di condizioni meteo. Già aveva sorpreso per la costanza del bel tempo nella sua prima frazione, al punto che allo spirare della seconda decade risultava il secondo meno piovoso dal 1878. Le precipitazioni degli ultimi tre giorni riducevano le sue ambizioni ‘siccitose’ facendolo retrocedere dal podio e situare al sesto posto dopo l’inarrivabile aprile 1955 e quelli del 2007, 2011, 1896 e 1940.
Questa graduatoria vale giusto per Pontremoli perché, in fatto di piogge, basta spostarsi anche di pochi km e le posizioni possono mutare con facilità. Nelle stazioni ‘campione’ si va dai 34,2 mm di Pontremoli Verdeno ai 40,0 di Villafranca-Ghiaione e dai 75,0 di Gragnola ai 36,0 di Massa. Il temporale di martedì 28 – che ha interessato solo una striscia ristretta della Lunigiana orientale, mentre altrove pioveva moderatamente – spiega il totale di Gragnola, il meno scarso rispetto a tutti quelli del territorio provinciale. Così, se a Pontremoli, a Villafranca, a Massa e in molte altre località è scesa non più del 25-35% della pioggia ‘normale’ di aprile, ecco che, a Gragnola e immediati dintorni (così come tra Avenza e Marina di Carrara), uno scroscio temporalesco durato mezz’ora ha alzato tale percentuale oltre il 50-60%!
La frequenza delle precipitazioni, che prescinde dalla loro intensità, è invece stata simile ovunque, dai monti al mare, e pari a 5-6 giorni (contro i 10-11 normali). La singolarità di un mese d’aprile senza piogge fino al 19 viene corroborata dal fatto che non si siano verificati scatti dei pluviografi dovuti a condensa neppure nelle stazioni di fondovalle più soggette ad abbondanza di rugiada notturna. Il mese, quindi, è stato asciutto sia per la lunga mancanza di pioggia sia per il tipo di massa d’aria dominante, che ha impedito o tenuto sotto una certa soglia persino le cosiddette ‘precipitazioni occulte’.
Veniamo alla temperatura. Lo scarto termico, superiore alla norma di 1,5°C, lo si deve quasi esclusivamente ai valori massimi (condizionati dal generoso soleggiamento), di ben 3°C superiori alla norma 1981-2010, mentre le temperature minime l’hanno rispettata fedelmente perché non sono mancate notti molto fredde. Nella classifica pontremolese dei mesi di aprile dal 1929, significa il quattordicesimo posto (su 92): piazzamento non disprezzabile, benché fuori dalla “top ten” dei più tiepidi.
Infine, nuvolosità e soleggiamento, altri elementi che si sono distinti nel mese scorso: la prima per la sua scarsità, fatto rarissimo in aprile. L’indice di nuvolosità di 3,4 decimi ha toccato il livello più basso, in aprile, da inizio osservazioni nel 1976. A tale primato, però, non è corrisposto quello di eliofania; ad un esame superficiale, ciò potrebbe sembrare una incoerenza. Il soleggiamento, infatti, pur sempre con ben 243,8 ore (la norma è di circa 175), si è insediato al terzo posto dopo le 254,7 ore dell’aprile 1997 e le 266,1 ore dell’aprile 2011, leggermente più nuvolosi del 2020 (rispettivamente 3,8 e 3,5 decimi di nuvolosità). La distribuzione dei giorni sereni nel mese, che nell’aprile 2020 si sono succeduti soprattutto nella prima metà, quando le giornate sono meno lunghe rispetto alla seconda, spiega l’apparente stranezza.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni