Ucraina: una aggressione ignobile  e vergognosa
(Foto Vatican Media/SIR)

Sui banchi di scuola si insegna che la storia è maestra di vita; purtroppo sembra invece che la storia non insegni proprio niente e di fronte alla tragedia ucraina, si ripetono, infatti, segnali preoccupanti di cose già viste nei momenti che hanno preceduto la seconda guerra mondiale. Invadere un Paese palesemente inferiore come capacità economiche, finanziarie e militari è ignobile e vergognoso. Non ci sono giustificazioni dietro bombardamenti, morti, feriti, fughe di sfollati, fame, freddo, assoluta incertezza di futuro per i sopravvissuti.
Il mondo occidentale ha taciuto sulla Cecenia e sulla distruzione di Groznyj, ignorato l’annessione della Crimea, non ha dato peso alla guerra nel Donbass: operazioni, queste ultime, volte a scalzare l’idea di una Ucraina indipendente.
Tutti oggi si interrogano sui motivi che hanno portato Putin a decisioni così devastanti, fino a ventilare la minaccia dell’uso di armi nucleari. Forse sperava che ancora una volta l’Occidente stesse a guardare senza battere ciglio, confidando nel peso economico delle sue fonti energetiche, nella sua forza militare, nella mancanza assoluta di scrupoli, nella “paura” degli avversari. Il potere assoluto gli ha dato alla testa, ma lo ha anche isolato dal suo stesso mondo. La distanza che mette tra lui e i suoi collaboratori è assurda e fotografa la sua solitudine e la sua paura.
Sembra ossessionato dalla sindrome dell’assedio da parte della Nato. Non vuole una Ucraina in Europa o nella Nato perché avrebbe missili ai confini del suo regno. Si tratta di pretesti quasi infantili: basta guardare una cartina dell’Europa per capire che Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia (già Paesi Nato) non sono poi tanto lontani dalla Russia.
Finalmente, lunedì scorso si sono svolti i primi colloqui tra le delegazioni di Mosca e di Kiev; sono stati aggiornati a un secondo round con qualche segnale di apertura in quanto si sarebbero trovati “alcuni punti su cui è possibile individuare un terreno comune”.
Peccato che, nello stesso tempo, Putin abbia ribadito a Macron che con l’Ucraina un accordo sarà possibile soltanto dopo la “smilitarizzazione e de-nazistificazione” di Kiev, quando il Paese “avrà assunto uno status neutrale” e quando ci sarà il riconoscimento internazionale della Crimea come territorio russo. Si vuole un Paese fantoccio, come la Bielorussia.
Non è neppure facile fidarsi di chi ha sempre sostenuto che quelle svolte ai confini con l’Ucraina fossero esercitazioni di routine senza alcuna intenzione di invasione. D’altra parte non è un caso che i Paesi Nato più ostili alla Russia siano proprio gli ex Paesi satelliti. Hanno già a più riprese sperimentato l’abbraccio mortale dei “fratelli” russi.
Evidentemente temono che, dopo l’Ucraina, possa toccare anche a loro di essere precettati per la ricostruzione del grande “impero” sovietico.

Giovanni Barbieri