Avrà anche 28 giorni, ma febbraio sta cercando di ‘farsi in quattro’ per rimediare a quello scioperato di gennaio, variabile e bislacco come un marzo qualsiasi. Il cielo quasi sempre coperto dell’ultima settimana ha recato precipitazioni pressoché quotidiane, più abbondanti giovedì 1 (apporto di 58,6 mm a Pontremoli). Gennaio si è congedato con la cupa giornata di San Geminiano, trascorsa tra foschie dense e pioviggine o pioggerella, mentre la pioggia più ardita è arrivata subito dopo l’evento del grandioso falò e poi per tutto il giorno successivo.
I dati decretano un quarto posto nella serie dei mesi di gennaio più miti: la temperatura media di 6,7°C (scarto +2,3°C da norma 1981-2010) viene infatti subito dopo il podio occupato dal 2007 (7,4°C), 2014 (7,3°C) e 1988 (6,8°C). La media delle temperature minime non è stata particolarmente anomala, mentre la media delle massime ha battuto di misura il record del 2007 (11,1°C) portandosi a 11,2°C.
La frequenza di mesi di gennaio poco invernali negli ultimi trent’anni è palese e stupefacente, al punto che il livello termico ne ha risentito in modo eclatante. Se si confronta la temperatura media di gennaio calcolata tra il 1988 e il 2017 e quella che si ebbe tra il 1958 e il 1987, si notano aumenti fra 1°C e 2°C in varie località del Centro e Nord Italia. I mesi che si sono scaldati di più sono gennaio, marzo, maggio e agosto; più contenuto, invece, l’aumento di temperatura registrato in settembre e dicembre.
Venendo alle precipitazioni, gennaio si è fermato, sia nella Lunigiana interna che lungo la costa, sotto i 100 mm nel fondovalle o in collina. I giorni piovosi, al contrario, sono stati molti (14-15, ma fino a 20-21 contando pure i casi <1 mm), a motivo del frequente transito di sistemi frontali poco o moderatamente produttivi, però, tranne quello di Capodanno. I totali vedono 86,2 mm a Pontremoli, 88,4 a Villafranca, 68,2 a Gragnola e 77,8 a Massa. La nuvolosità piuttosto elevata ha limitato il soleggiamento di una decina di ore sotto il totale normale.
