Non volgiamo la faccia dall’altra parte!

44editorialeQuesta volta la scena non era quella di un Papa solitario, che attraversava pregando Piazza San Pietro. Francesco non era solo domenica scorsa, era accompagnato da un centinaio di persone povere e indigenti e dai volontari che le assistono. Erano la rappresentanza di una moltitudine immensa che non si può ignorare. L’anno è solcato da centinaia di Giornate per ogni necessità.
Nessuno, se non un Papa “venuto dalla fine del mondo”, aveva mai pensato di mettere al centro dell’attenzione, almeno per un giorno, il Povero. Non un’idea, una persona. “Siamo portatori di una grande ricchezza, che non dipende da quante cose abbiamo, ma da quello che siamo: dalla vita ricevuta, dal bene che c’è in noi, dalla bellezza insopprimibile di cui Dio ci ha dotati, perché siamo a sua immagine, ognuno di noi è prezioso ai suoi occhi!”.
Lo ha detto il Papa nell’omelia della messa, come si può leggere più in dettaglio nelle pagine interne. La sua platea era formata da persone provenienti da ogni parte del mondo, a rappresentare le miserie non solo di Roma o dell’Italia, ma del pianeta intero. Oggi si calcola che nel mondo vi siano circa 80 milioni di profughi, di gente sradicata dalla propria terra a causa di guerre, persecuzioni e gravi motivi di insicurezza e che vivono esuli in territori e culture che sono loro estranee.
Ci sono oltre 800 milioni di persone che vivono con meno di due dollari al giorno, neppure due euro; riunite nella categoria della “povertà estrema”. Poi ci sono tutti gli altri che vengono definiti “poveri” perché non raggiungono parametri dignitosi di vita.
È importante avere uno sguardo che si allarghi oltre l’orizzonte del nostro vivere quotidiano. Dietro ai numeri ci sono persone vere, con i loro problemi concreti, e quando ci si trova in certe condizioni quasi insopportabili, ci sono affetti, ci sono legami, spesso ci sono nostalgie per un passato perduto.
Non si può dimenticare che alla base di questo mondo di dolore e di sofferenza spesso ci sono ingiustizie e sfruttamenti. Ma non si può neppure dimenticare che c’è anche chi non si rassegna, chi non volge la faccia dall’altra parte. Non possiamo accollarci i problemi di tutto il mondo, ma possiamo aprire lo sguardo benevolo verso il povero che ci passa accanto, che bussa alla nostra porta. Perché “tutti siamo portatori di una grande ricchezza… ognuno di noi è unico e insostituibile nella storia!”.
Portatore di ricchezza non è solo chi sta bene ma anche chi sa mettersi accanto al povero perché il povero è immagine di Cristo ed è prezioso ai suoi occhi. Nel vangelo i servi bravi sono quelli che rischiano, ma sono anche quelli che sanno vedere il volto del Cristo nascosto tra pieghe del dolore, della solitudine, della fatica del vivere, della “Povertà”.

Giovanni Barbieri