
“Piove, piove da quasi otto giorni …”: conoscete questa poesia, il cui autore non è venuto fuori neppure da una rapida ricerca internettiana? Prosegue così: “… O caro sole, perché non ritorni? – Boschi, prati e giardini hanno sete – e noi diciamo: bevete, bevete!”.
A questi versi, uditi recitare dalla mamma in frangenti meteo simili a questa prima settimana di febbraio, è venuto da pensare vedendo scorrere, una dietro l’altra, giornate cupe e piovose dal 30 gennaio al 6 febbraio. Otto giorni nei quali, il sole, si è affacciato per non più di 25 minuti nelle ore centrali di venerdì 3 febbraio da effimeri pertugi apertisi nella coltre nuvolosa.
Precipitazioni di alterna intensità, ma con brevi interruzioni, si sono succedute da lunedì 30 del mese scorso fino a domenica 5 febbraio.
Lunedì 6, gocce o pioviggine hanno consentito solo localmente il minimo accumulo di uno scatto dei pluviografi. Il desiderio di una parentesi radiosa si sentiva ormai, benché in dicembre e in gennaio, a dirla tutta, il sole non fosse certo mancato. Il passaggio dal secondo al terzo atto dell’inverno è quindi avvenuto in uno scenario deprimente e assai umido.
Sarebbe stata necessaria anche una vigorosa mandata di neve sui rilievi montuosi, ma le temperature non lo hanno consentito in maniera apprezzabile fino a domenica. Con le ampie schiarite di martedì mattina, il crinale appenninico è riapparso alla luce e abbastanza immacolato; ora si spera che lassù continui a fioccare bene e spesso almeno fino a tutto aprile. In cinque giorni, il mese di febbraio ha irrorato le nostre contrade del triplo dell’acqua piovana misurata in oltre due mesi da fine novembre a tutto gennaio; sono venuti giù dai 150-250 mm del fondovalle fino a oltre 400 mm sulle plaghe montuose apuane.
Manifestazioni temporalesche, le prime dell’anno e assai precoci, si sono verificate venerdì 3 sia al mattino (qua e là accompagnate da grandine) che la sera. Per tirare le somme con le precipitazioni, c’è da dire che ai 58,0 mm di gennaio a Pontremoli (poco più di un terzo del normale) si sono affiancati totali un po’ più consistenti nel resto della Lunigiana e del territorio provinciale, interessato da buoni apporti nei giorni 2-3, 13 e 30-31. Villafranca ha chiuso a 100,4 mm, Gragnola a 96,6 e Massa a 115,6, quest’ultimo dato in linea con le attese.
Previsioni valide dal 10 al 14 febbraio
Esauritosi l’afflusso atlantico che, dopo molto tempo, ha riportato le perturbazioni e le piogge, ora la situazione meteorologica generale sta cambiando di nuovo, probabilmente in direzione di un periodo più asciutto e moderatamente freddo per l’arrivo di una massa d’aria dall’Europa Orientale, pilotata da un potente anticiclone in formazione fra la Scandinavia ed il Centro Europa. Sono spariti dalle linee previsionali gli afflussi molto gelidi siberiani che erano apparsi in alcune uscite modellistiche qualche giorno fa.
Tuttavia, l’evoluzione appare sempre molto incerta perché alle quote superiori dell’atmosfera saranno presenti alcuni vortici depressionari a spasso fra la Francia ed il Mediterraneo Occidentale che potrebbero all’ultimo momento complicare le cose.
Dunque, capite bene, la previsione è assai complessa… Venerdì 10, cielo irregolarmente nuvoloso con deboli nevicate in Appennino. Spirerà la tramontana e le temperature minime oscilleranno fra 3 e 5°C con le massime fra 8 e 10°C.
Fra sabato 11 e domenica 12, ancora nuvolosità variabile, ma la tendenza dovrebbe essere verso un miglioramento. Venti fra Nord e Nord-Est. Temperature in lieve aumento nei valori massimi. Freddo in montagna con zero termico fra i 1300 ed i 1500 metri.
Per gli inizi della prossima settimana le mappe sembrano evidenziare un consolidamento dell’alta pressione sull’Europa Centro Settentrionale passando per la nostra penisola, ma la risalita di aria umida dal Mediterraneo potrebbe portare ad un aumento della nuvolosità sui settori più occidentali comprese le nostre zone e, magari, locali pioviggini con nevischio in montagna.
I dubbi sono davvero tanti e quindi si consigliano gli aggiornamenti su: www.meteoapuane.it
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni