
“In Italia gestione repressiva del fenomeno migratorio”
È “lo straordinario risorgimento dell’attivismo delle donne” contro l’azione di leader che si definiscono “duri” e promuovono politiche misogine, xenofobe e omofobe la grande novità sul fronte delle battaglie per i diritti umani in tutto il mondo. Lo evidenzia il rapporto di Amnesty international “Rights Today” (pubblicato in Italia col titolo “La situazione dei diritti umani nel mondo. Il 2018 e le prospettive per il 2019”, Infinito Edizioni), presentato a Roma e in tutto il mondo, in occasione del 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani. Il focus sull’Europa e l’Italia evidenzia una pericolosa retrocessione sui diritti dei rifugiati e migranti per effetto del Decreto sicurezza e a causa della criminalizzazione delle Ong che salvavano vite umane in mare.
Nel vecchio continente l’anno è stato caratterizzato “dall’aumento dell’intolleranza, dell’odio e della discriminazione, in un contesto di progressivo restringimento degli spazi di libertà per la società civile”. Richiedenti asilo, rifugiati e migranti sono stati “respinti o abbandonati nello squallore mentre gli atti di solidarietà sono stati criminalizzati”.
A guidare questa tendenza Ungheria, Polonia e Russia. In Bielorussia, Azerbaigian e Tagikistan vi sono stati nuovi giri di vite nei confronti della libertà d’espressione e in Turchia continua ad espandersi un clima di paura.
A fronte di tutto ciò sono cresciuti attivismo e proteste. Per quanto riguarda l’Italia, il nuovo governo “si è subito distinto per una gestione repressiva del fenomeno migratorio. Le autorità hanno ostacolato e continuano a ostacolare lo sbarco in Italia di centinaia di persone salvate in mare, infliggendo loro ulteriori sofferenze e minando il funzionamento complessivo del sistema di ricerca e salvataggio marittimo”. Il decreto sicurezza e immigrazione, secondo l’organizzazione, viola “gravemente i diritti umani di richiedenti asilo e migranti e avrà l’effetto di fare aumentare il numero di persone in stato di irregolarità presenti in Italia, esponendole ad abusi e sfruttamento”.
Amnesty ricorda che il provvedimento è stato “fortemente criticato in novembre da 10 relatori speciali delle Nazioni Unite”, dalla società civile, dai Comuni e da molte realtà coinvolte nella tutela dei diritti umani e dei migranti.
Amnesty ha anche documentato “il massiccio ricorso da parte di alcuni candidati e partiti politici a stereotipi e linguaggio razzista e xenofobo per veicolare sentimenti populisti, identitari” e punta il dito contro gli “sgomberi forzati e discriminazione dei rom nell’accesso a un alloggio adeguato”, la “fornitura di armi a Paesi in guerra come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, attivi nel conflitto in Yemen” e i rischi legati alla sperimentazione delle pistole a impulsi elettrici (Taser) in dotazione alle forze di polizia.
In seguito ad alcune tristi vicende, tra cui quella di Stefano Cucchi, Amnesty ha lanciato una campagna per l’introduzione dei codici identificativi per gli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico.