Pioggia, neve ai monti e poi insistente pioviggine

Da un cielo immutabilmente grigio fino a martedì 26 è caduta a tratti una pioviggine che ha mantenuto l’ambiente in un bagnìo generale. Se in altre regioni, passati i sistemi perturbati dal 21 al 24, gli strascichi del ‘maltempo’ sono stati relativi e circoscritti, tutta l’area fra il Levante Ligure e l’alta Toscana ha fatto invece più fatica a liberarsi in assenza della tramontana. La dose di pioggia che ha irrorato diverse regioni italiane si è distribuita a seconda del ‘giro’ dei venti.
Con i flussi aerei da NE e da Est attivi giovedì e venerdì scorsi, ha prediletto Marche, Romagna, Emilia, basso Piemonte e Toscana interna e a sud dell’Arno; da sabato in poi, girate le correnti a scirocco, a libeccio e a ponente, ecco che piogge e temporali si sono concentrati sul resto del Piemonte, su Lombardia, Venezie, Liguria e la parte della Toscana a nord dell’Arno. Sabato 23, prima dell’acuirsi delle precipitazioni a partire dalle ore serali, i piovaschi già in atto all’alba e poi nel pomeriggio si sono rivelati misti a polvere sahariana, strappata al deserto dalle correnti sud-orientali e trasportata fin sui cieli europei.
Interessante, sabato, il convegno sulla biodiversità in programma a Bedonia, organizzato dal consorzio Alte Valli, con la partecipazione di studiosi, amministratori e operatori del settore.
Particolarmente brillante la relazione del noto climatologo Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, che ha intrattenuto il pubblico sulla mordente emergenza climatica. La notte e il primo mattino di domenica, scrosci temporaleschi, localmente misti a grandine, si sono susseguiti allo spirare di un vento di libeccio via via più freddo.
Le piogge a valle e le nevicate in montagna (fino a 1100 m circa), più intense a metà mattina, hanno condizionato l’andamento termico: temperatura massima sul finir della notte e temperatura minima fra le 10 e le 11. Dopo le 14, pur restando il cielo ostinatamente chiuso, la pioggia ha concesso una tregua. Parimenti buia, umida e piuttosto fredda è trascorsa la giornata festiva di lunedì, 25 aprile, sotto un cielo gravato da strati piovigginosi.
Anche martedì 26, al momento di inviare il pezzo alla redazione (ore 16), non si era ancora scorto il benché minimo accenno di schiarita, che con fiducia si attendeva entro sera. Il bilancio di questa lunga passata d’acqua è soddisfacente: aprile ne aveva finora dispensata molta meno del solito, e ciò dopo un mese di marzo che si era degnato di farlo solo gli ultimi due giorni a sua disposizione. Media e alta Lunigiana, dal 21 al 26, hanno ricevuto dai 60 ai 75 mm di pioggia; quantitativi simili o appena inferiori hanno riguardato la Lunigiana orientale, mentre sui rilievi montuosi, specie in destra idrografica dalla Cisa al Brattello e dallo Zerasco al Mulazzese, sono stati superati i 100 mm tra pioggia e neve fusa. Dall’inizio del mese, il superamento della soglia dei 100 mm interessa diverse stazioni del fondovalle e, al contempo, si va oltre i 150 mm in montagna. “Bene, bravo, 7+!” al tempo, quindi: adesso ci si può godere qualche giorno di pausa e di sole prima del ritorno delle necessarie piogge, che si spera vadano avanti con una certa frequenza per tutto maggio e giugno.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni