
Non si era immaginato una seconda puntata di quanto scritto sul precedente numero del C.A., ma, visto l’incalzare di passaggi frontali anche gravosi, basta una minima modifica al titolo dell’articolo per riassumere gli event; da un pre- ad un post-, giacché i giorni del cambio di stagione sono stati gradevoli alle nostre latitudini, mentre condizioni avverse interessavano il Mezzogiorno, le Isole Maggiori e altre plaghe euromediterranee.
Al Nord e parte del Centro, invece, archiviate le burrasche di metà mese, localmente protrattesi fino al 19-20 e rivelatesi ‘pesanti’ per apporti idrometeorici anche in Lunigiana, ecco che, sul far della sera sia di venerdì 24 che di sabato 25, addensamenti nuvolosi avevano preavvertito della nuova ‘passata’.
Dal 21 al 24, si era fatto perdonare le bizze precedenti con cielo punteggiato da poche nubi, vivace vento da Nord martedì 21, poi più debole e variabile, per poi tornare a spirare da SE venerdì all’avvicinarsi della perturbazione. Sabato 25, prima nebbie e foschie e poi nuvolaglia e velature erano i segnali alla vigilia del peggioramento. Le previsioni non erano ancora orientate alla criticità, ma gli sviluppi della situazione in provincia di Genova al mattino di domenica mettevano in allerta pure l’estremo Levante Ligure e il NW della Toscana.
Infatti, esauritisi i primi modesti rovesci con qualche tuono in giro alle 10,30, entro mezzodì gli elementi tornavano a dettare l’agenda con temporali, nubifragi e vento in intensificazione con direzione di provenienza fra W, NW e N (quarto quadrante). A ondate tuoni, fulmini e pioggia torrenziale si abbattevano sul nostro territorio fino alle 17-17,30 circa, determinando nelle valli dell’Aulella e del Lucido gli apporti più cospicui e con maggior violenza rispetto al resto delle convalli.
Nella Lunigiana interna, le raffiche durante il transito delle celle temporalesche non eccedevano la velocità di un normale vento forte (50-60 km/h), mentre la fascia costiera veniva spazzata da folate orrende, qualificabili come tempesta violenta e fino a uragano avendo più stazioni di misura rilevato raffiche fra 110 e 140 km/h. Conseguenti le stragi di rami e interi alberi, rovinati su auto, edifici, strade e marciapiedi, specie a Massa e dintorni, fortunatamente senza disgrazie alle persone.
La pioggia, non copiosa in zona litoranea, è scesa in quantità nell’interno: quasi ovunque in Lunigiana fra i 50 e i 90 mm con punte di 150 mm e più nelle valli dell’Aulella a monte di Soliera e nella valle del Lucido. Alle ore 18, si è realizzato il colmo di piena dell’Aulella all’idrometro di Soliera. Poiché queste stesse zone (nella prima ‘incursione’ del maltempo di metà settembre fu colpita in particolar modo la valle del Taverone) avevano già ricevuto apporti notevoli, ecco che, in quei soli due giorni del 16 e del 26, in alcuni paesi come Gragnola, Comano, Licciana e Fivizzano, è venuto giù il doppio della pioggia che sarebbe attesa in un ‘normale’ mese di settembre.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni