Annunciazione continua

Domenica 8 dicembre. II di Avvento – Immacolata Concezione della B. V. Maria
(Gen 3,9-15.20; Ef 1,3-6.11-12; Lc 1,26-38)

46vangelo“Dove sei?”, è la struggente domanda di un Dio in ricerca, un Dio che prega la sua creatura, un Dio che ha perso l’uomo, quell’uomo che ha paura di lasciarsi trovare. “Dove sei?” è la domanda di Genesi. In attesa sempre di una risposta. Un Cantico d’Amore aperto, un Dio innamorato, un Dio che aspetta.
“Dove sei uomo?”, la sua domanda continua a ripetersi, non si esaurisce, aleggia sul mondo, arriva ai nostri orecchi, rimane sospesa nel cuore del nostro agire: dove sei uomo?
Adamo fugge, e noi? Dove siamo? Dove stiamo conducendo la nostra storia? Abbiamo una casa capace di accogliere e custodire i sogni e le speranze? Dove siamo, adesso? Dove stanno i nostri cuori e le nostre preoccupazioni? Come stiamo abitando questo pezzo di mondo che ci sostiene?
Come stiamo dentro le relazioni? “Dove siamo” è domanda di consapevolezza: abbiamo a cuore il respiro del mondo?
Maria risponde alla divina domanda lasciandosi trovare. Semplicemente lasciandosi trovare a casa. Nel luogo del quotidiano. Nel luogo in cui la mano della storia l’aveva collocata, senza apparente solennità, quasi con distrazione, a Nazareth. Maria si lascia trovare e non fugge.
L’angelo Gabriele (…) entrando da lei disse “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”. Maria non dice nulla, ma lascia entrare l’appello luminoso di Dio. Non importa cosa sia successo davvero nel cuore di quella donna, non importa sapere come sia avvenuto l’incontro, quello che conta è che Maria lascia entrare Dio nella sua storia, ed è gesto di fiducia e di amore.
Si lascia amare, Maria. Si lascia conquistare, possedere, abitare. Maria solleva la testa, fiera della sua nuda bellezza, e chied: “perché?” Perché proprio io? Perché mi cerchi Signore? Perché mi ami? Prima del “sì”, prima di lasciarsi andare tra le braccia di Dio, prima di diventare arca accogliente per Gesù, prima della decisione, ecco la domanda: che senso ha?
Ci hanno sempre detto che siamo chiamati a imitare Maria nella fiducia e nell’abbandono ed è vero, ma il vangelo ci dice che non esiste vero abbandono senza la consapevolezza della domanda. La fede non è cieca, nemmeno l’amore è cieco. La fede vuole domande.
Proviamo in questo avvento ad allenarci alle domande: che senso ha il tuo amore per me Signore? Che senso ha che tu ti metta sui miei passi? Che senso ha che tu mi aspetti ancora dopo tutti i miei tradimenti? Che senso ha che non sei ancora stanco delle mie mediocrità? Non troveremo risposte, l’amore non risponde, l’amore si propone, la croce sarà unica muta proposta a queste domande; abitare queste domande ci permetterà di illuminare il volto di Dio con la luce della Verità.
Saranno interrogativi in grado di consegnarci il vero volto di Dio: colui che ci ama, che ci cerca, che ci aspetta.

don Alessandro Deho’