Lodi: tra discriminazione e solidarietà

31Bambini_SenegalA Lodi ci sono oltre 300 bambini extracomunitari che mangiano appartati, isolati dal resto dei compagni di classe, col panino portato da casa. È la conseguenza più evidente del regolamento approvato dall’amministrazione comunale di Lodi, guidata da Sara Casanova (Lega Nord), ma non è la sola. Quei bambini, e le loro famiglie, non possono neanche accedere ai contributi per i libri di testo né usufruire delle riduzioni per il servizio di scuolabus.
Per i loro genitori non è sufficiente presentare, come avviene per gli indigenti italiani, il certificato Isee. Questo deve essere accompagnato dalla documentazione che attesti la non disponibilità di proprietà e di fonti economiche nel loro Paese di origine.
È utile ricordare che il reperimento dei documenti richiesti è una impresa titanica per quasi tutte le famiglie in questione.
Prima di tutto c’è da capire quali siano i certificati richiesti. Spesso i consolati rispondono che “non è possibile” rilasciarli e quando ciò è avvenuto, qualche volta gli interessati si sono sentiti dire dal Comune che non erano sufficienti. Le lamentele circa la burocrazia italiana e le sue lungaggini sono note; pensare di ottenere documentazioni da Stati che spesso non hanno neppure il catasto è pura illusione.
Siccome però non si può pensare che al comune di Lodi ignorino quete cose, si può ritenere che ci sia una chiara volontà di emarginazione e di rendere ancor più difficile la vita della povera gente. Mentre sale la polemica e mentre la sindaca conferma la sua linea di fermezza, Salvini apre una breccia: “Gli stranieri devono fornire documentazione del loro Paese d’origine, dove magari hanno proprietà e disponibilità economiche, ma se non è possibile (bontà sua, ndr) il Comune si fiderà della buona fede”.
Sembra tanto il gioco delle parti tra il poliziotto buono e il poliziotto cattivo.
Lodi è solo la punta dell’iceberg. In Veneto i cittadini non comunitari per accedere ai “buoni libro” dovranno presentare un documento ufficiale della propria ambasciata. La stessa procedura varrà anche per poter beneficiare della casa in Friuli Venezia Giulia.
Lodi non è un caso isolato. La “linea della fermezza” si sta allargando. Dire che non c’è discriminazione risulta difficile. È evidente la volontà politica di far passare l’idea che gli stranieri debbano sparire. Ma per fortuna c’è anche un’altra faccia della medaglia.
A Lodi è sorto un Coordinamento Uguali Doveri che, attraverso il sito della Caritas ha attivato una raccolta di fondi per i bambini esclusi dalla mensa. L’iniziativa ha avuto talmente successo (60.000 euro in due giorni) che è stata momentaneamente sospesa. Fino a Natale sono garantite mensa e pulmini. È la faccia di una Italia che, malgrado tutto, riesce sempre a stupire per la sua generosità e solidarietà.

Giovanni Barbieri