
Prima e seconda decade di novembre si sono date il cambio al cospetto della solita nuvolaglia, della pioggerella, dell’umidità e del persistente flusso di blande correnti meridionali che hanno reso assai mite, fin qui, novembre. Neppure una grande novità, benché i mesi autunnali siano quelli che si stanno riscaldando meno rispetto agli altri.
Se si va con il ricordo a tanti mesi di novembre di 30-40 anni fa, riemerge prima alla mente e poi i dati registrati lo confermano che, fra gli anni ’70 e ’80 del Novecento, l’ultima frazione del trimestre autunnale era trascorsa più fredda e non particolarmente piovosa, diversamente da come si era comportato novembre nel decennio 1960 e come è tornato ad essere dagli anni ’90 del XX secolo in poi. Il graduale rialzo termico in questo scorcio iniziale del XXI secolo si è tradotto, per i mesi di novembre, in una media ormai prossima ai 9°C contro i 7,5°C dell’ultimo trentennio del ‘900.
Si tratta di cicli naturali, è vero, tuttavia è fondato il timore che certi andamenti, sempre più a senso unico, possano – in parte – essere stati causati dalle inquinanti attività umane e potranno avere impatti pesanti sul ‘pianeta vivente’ del futuro. Tornando alla cronaca, queste prime due settimane del novembre 2018, molto umide e avare di sole (e fin qui niente di strano), sono state anche parecchio tiepide, cosa un po’ più anomala. Il cielo spesso coperto e i flussi aerei da sud hanno mantenuto elevate, in particolare, le temperature minime.
Precipitazioni deboli si sono avute quasi ogni giorno. Una schiarita più ampia, in corrispondenza della notte di venerdì 9, ha consentito la formazione di un esteso nebbione all’alba dello stesso giorno e la visibilità si è ridotta fino a metà mattina in tutto il fondovalle, conca di Pontremoli compresa.
L’atmosfera cupa e piovigginosa di domenica 11, più che all’estatina dovuta al gesto generoso del santo di Tours, ha fatto pensare al “S. Martino” carducciano. In conclusione, se novembre è stato finora più che clemente dal punto di vista del freddo, la mitezza è stata pagata a prezzo di un tempo umido e deprimente per la scarsità di soleggiamento. L’avvento della tramontana e di aria più fredda e asciutta, che si prospetta da venerdì in avanti, farà un bel repulisti del grigiume imperante.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni