
“La mia migliore amica Neko”, il nuovo romanzo di Giulia Besa che si misura con un tema di grande attualità. Isolarsi, non uscire dalla propria camera: un disagio diffuso difficile da superare
Giulia Besa accetta con grande disponibilità di parlare del suo ultimo libro; lei, che vive a Succisa ma è nata a Roma, il percorso tra la Lunigiana e la Capitale l’ha compiuto al contrario. Con una dozzina di romanzi all’attivo più vari racconti, è da tempo una stella di prima grandezza nel panorama della letteratura italiana, rivolta ai più giovani, ma che una fascia crescente di adulti dimostra di apprezzare.
La vittoria al “Bancarellino” del 2018 ha ribadito la brillantezza di un talento che continua ad accompagnarci con sempre nuove sorprese. E quest’ultimo romanzo ne è la prova; perché Giulia ci propone un tema difficile, spesso trascurato, di fronte al quale la tentazione è quella di voltare lo sgurado altrove.
Invece lei lo ha scelto, decidendo di misurarsi con esso, con quel fenomeno più diffuso di quanto si pensi, che evidenzia una grande difficoltà a confrontarsi con il mondo e porta ad isolarsi.
“L’ho scelto per via di una situazione recente che avevo vissuto – spiega l’autrice – In particolare, qualche tempo prima della scrittura del libro di Neko e Teresa, avevo trascorso un anno quasi da isolata in casa. Era un momento molto difficile per la mia famiglia, perché una mattina ci siamo svegliati, e mio papà, senza alcun preavviso, purtroppo se n’era andato. Per me e mio fratello è stato un colpo durissimo. E io non sono riuscita a essere forte. Ho passato la maggior parte del mio tempo, l’anno successivo, chiusa in casa, nella stessa stanza, consumando i pasti sempre sulla stessa poltrona. Ciò che mi ha aiutato in quel momento buio sono stati i libri, che mi leggeva ad alta voce il mio fidanzato. E mi ha aiutato la mia Gattina, che mi stava sempre in grembo, trasmettendomi calore e affetto”.
Guardi Giulia, scrittrice giovane, solare e di successo e pensi che se è capitato a lei può accadere davvero a tutti. Lei ha avuto la forza e le capacità per aprirsi di nuovo al mondo.
“Dopo essermi un po’ ripresa – continua – negli anni seguenti ho pensato molto alla solitudine e alla sofferenza. Alle persone che stanno male, ma che non hanno Andrea, o Gattina con loro. Ho pensato che volevo creare io un personaggio adatto, una ragazza gatto per queste persone tristi o sole. Volevo scrivere un libro con un personaggio, Neko, che stesse vicino a chi sta male come sono stata male io”.

Teresa, protagonista con Neko del libro, è una ragazza smart, che fugge dal mondo reale, programma videogiochi, acquista tutto su internet, si confronta con passioni e mode orientali. Quanto è stato difficile descriverla?
“Devo ammettere che io e Teresa abbiamo in comune molte delle cose che hai citato, quindi da quel lato è stato facile! Ma calarsi nel suo punto di vista per coinvolgere il lettore nella mente di una ragazza che convive con le stesse problematiche di Teresa sarebbe stato impossibile, se non avessi dieci anni di pratica della scrittura alle spalle. Teresa ha una mente complessa, ed è difficile capirla, se non ci si mette nei suoi panni. Proprio come accade spesso con i ragazzi fuori dai libri”.
Come nasce invece il personaggio di Neko?
“Dall’idea di aprire un pacco del corriere e trovarci dentro una ragazza gatto! Cosa c’è di più divertente e sconvolgente di una come Neko, che non sta ferma un secondo e fa di tutto per strapparti alla monotonia e alla tristezza? Volevo che Neko fosse l’amica di ogni lettore: ora che io l’ho creata, chiunque la può immaginare. Ogni lettore, con la propria fantasia, potrà vedere Neko che si fa le unghie sulla porta di casa sua, o che zompa sopra l’armadio quando entra in casa il cane della cugina! In più, devo ammettere che io un po’ mi sento ragazza gatto… di recente mi è anche spuntata la coda, ma non ditelo a nessuno!”
Un libro per adolescenti o un libro per tutti?
“Neko è troppo simpatica per essere d’aiuto solo a Teresa e ai ragazzi come lei. Sono sicura che vorrà entrare dalla finestra anche nella casa di qualche adulto malinconico, per farlo sorridere, la conosco! Mi piace pensare che avrebbe fatto sorridere anche il mio papà”.
L’amicizia è la chiave per migliorare la vita, propria e degli altri?
“Sì. E mi sento di aggiungere una cosa. Gli amici non sono solo quelli in carne e ossa: sono amici anche quelli che incontriamo nelle belle storie. Alcuni dei miei più cari amici sono personaggi di inchiostro e di carta, e sono certa che anche per tanti altri lettori è così. Grazie per l’intervista, e buona lettura a chi si immergerà nella storia di Teresa e Neko!”
Paolo Bissoli