Tu lo chiamerai Gesù

Domenica 18 dicembre – IV di Avvento
(Is 7,10-14 – Rm 1,1-7 – Mt 1,18-24)

Nella parte finale dell’Avvento la liturgia concentra la nostra riflessione sull’identità della persona di Gesù.
1. Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Nel mistero del Natale si realizza l’unione tra Dio e l’uomo: nella persona di Gesù si uniscono la natura divina e la natura umana e si scambiano gli attributi delle due nature, per cui possiamo dire che Maria è Madre di Dio e che Dio soffre e muore. In quanto vero Dio e vero uomo, Gesù è l’anello di congiunzione, l’unico pontefice in grado di costruire il ponte tra l’umanità e la divinità. Un angelo non sarebbe in grado di compiere questa mediazione, perché non ha un corpo come il nostro e come quello che Gesù ha preso dalla Vergine SS.ma.
2. A lui sarà dato il nome di Emmanuele. Essendo uomo giusto, Giuseppe non vuole impadronirsi di un bambino che non gli appartiene e neppure vuole fare danno alla sua sposa; resta però disponibile alla volontà di Dio che gli chiede di svolgere la missione di padre. Pertanto impone al bambino il nome di Gesù, perché “salverà il suo popolo dai suoi peccati”, ma per spiegare l’identità del bambino l’evangelista ricorre al profeta: “A lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi”. Per la Bibbia dubitare della presenza di Dio è una delle colpe più gravi, perché significa mettere alla prova il Signore come fecero i figli di Israele quando a Massa e a Meriba si domandarono: “Il Signore è in mezzo a noi sì o no?”. Significa anche provocare il pianto accorato di Gesù che “alla vista della città pianse su di essa dicendo: Non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”. L’ultima parola del risorto agli undici è promessa di presenza: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
3. Dio-con-noi. La costatazione della presenza del Signore in mezzo al suo popolo viene rimarcata nel saluto liturgico: “Il Signore sia con voi!”. L’origine del saluto è nella Bibbia: “Booz disse ai mietitori: Il Signore sia con voi! Ed essi gli risposero: Ti benedica il Signore!”; “L’angelo del Signore apparve a Gedeone e gli disse: Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!”; e un arcangelo disse a Maria: “Il Signore è con te, piena di grazia”. Il profeta Geremia riconosce più esplicitamente la presenza del Signore: “Eppure tu sei in mezzo a noi, Signore, il tuo nome è invocato su di noi, non abbandonarci!”. La presenza del Signore viene invocata anche dai discepoli di Emmaus: “Resta con noi, perché si fa sera”. Allora “Egli entrò (in casa) per rimanere con loro”. Questa è la più bella definizione di Chiesa: il camminare insieme al Signore che si apre all’incontro con Lui. Però quando “si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero”, egli sparì dalla loro vista, perché l’essenziale non è vedere, ma riconoscerlo: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”. † Alberto