Apprezzato il rispetto delle previsioni per il week-end, non si sarebbe ora battuto ciglio di fronte a qualche divagazione pluviogena da parte di maggio. Invece le aree anticicloniche si sono accampate sull’Europa occidentale recando stabilità e crescente caldo diurno.
La decade centrale di maggio è trascorsa all’insegna di un clima che, dalle iniziali temperature nella norma come media giornaliera, si è fatto man mano più estivo. Radiose, ventilate e limpide le giornate da mercoledì 11 a sabato 14, dopo una parziale nuvolosità ancora presente martedì 10 con una leggera foschia. La ventilazione a ciclo diurno, tipica delle giornate di bel tempo primaverili ed estive, è risultata vivace per la componente occidentale della circolazione atmosferica generale. Il progresso termico si è contenuto (massime non oltre i 25-26°C) e le notti, per la massa d’aria sufficientemente asciutta e il cielo sereno, hanno continuato a far registrare valori sotto o pari ai 10°C. Un vero e proprio optimum climatico, insomma, che ha prediletto vaste aree del Bel Paese compresa la Lunigiana.
Il solito “disco rotto” dell’anticiclone battezzato con nomi che non sono neppure più fantasiosi ha preso, purtroppo, a girare sui canali di informazione, prima che le temperature si impennassero segnatamente nelle città della Val Padana. Confrontando le nostre condizioni e le loro, non si può che consigliare (a chi può e a chi vuole) di venire a vivere da noi: “come and live in Lunigiana!”.
Gli isolotti termici che creano le aree urbane, è risaputo, si fanno sentire soprattutto nelle situazioni prolungate di tempo stabile: le temperature minime, se la città è molto grande e priva di estese aree verdi, possono essere superiori di parecchi gradi a quelle della periferia e delle campagne circostanti; diverso è il discorso delle temperature massime, molto condizionate da ventilazione e postura delle stazioni di rilevamento, ma in genere più simili tra città e aree extraurbane. Tornando alla cronaca, domenica 15 (dal cielo più vario causa presenza di velature e cumuli più sviluppati) e lunedì 16 si è avvertito un altro modesto rialzo termico, ma la ventilazione non è mancata a garantire gradevolezza sia al giorno festivo che a quello di avvio della settimana in corso.
Nel prosieguo, c’è solo da mettere conto che, ad un certo punto, i flussi aerei da ponente possano interrompersi per un paio di giorni a favore di quelli orientali; in tal caso, le aree del versante occidentale, trovandosi in una regione di vento discendente e opposto alla circolazione di brezza, verrebbero a scaldarsi più sensibilmente rispetto a quanto avvenuto finora. Al contrario, le regioni che si sono scaldate molto finora (Valpadana in primis) avrebbero una pausa con valori di temperatura stazionari o in leggero calo rispetto a quelli elevati raggiunti. La differenza tra i due versanti, pertanto, sarebbe meno marcata e tenderebbe a riscaldarsi l’area ligure-tirrenica.
Nei prossimi giorni, a conclusione della seconda decade di maggio, vedremo quale sarà il suo piazzamento in classifica fra i ‘cuori’ di maggio più caldi.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni