Massa, la distruzione della seconda guerra mondiale

Per un anno, dalla primavera 1944, Massa fu un obiettivo dei bombardamenti alleati

La distruzione provocata dai bombardamenti alleati e dai cannoneggiamenti tedeschi in Piazza Aranci

Le cronache del tempo ricordano come il 6 aprile 1944 i bombardieri alleati sganciarono le prime bombe sulla città di Massa: il fronte era ancora inchiodato sulla linea Gustav a Montecassino, ma le “fortezze volanti” avevano iniziato a battere le principali città italiane in territorio occupato. La strategia era quella di provocare il maggior danno possibile, colpendo fabbriche e altri siti produttivi impegnati nel sostegno allo sforzo bellico germanico e, soprattutto, interrompere le vie di comunicazioni stradali e ferroviarie per rallentare i rifornimenti al fronte. Quel giorno a Massa si contano 3 morti e 14 feriti: sono soltanto i primi di un lungo elenco che si sarebbe interrotto solo un anno dopo,  il 10 aprile 1945, giorno della Liberazione della città ducale. Ma anche in quelle ultime ore dal cielo arriva, ancora una volta, la morte, questa volta portata dai proiettili dei cannoni tedeschi di Punta Bianca sparati contro i soldati americani che già sono entrati in città.

Il secondo bombardamento con vittime è annotato pochi giorni dopo, il 27 maggio: 5 i morti; altri  2 il 12 giugno, in via Roma, non lontano dalla stazione ferroviaria. E poil il 2 luglio: madre e figlia muoiono in via Palestro, mentre quindici giorno dopo si contano 10 morti tra i detenuti a causa delle bombe sganciate per errore sul carcere.
Sul finire dell’estate 1944 il fronte si assesta in Versilia e nel versante meridionale delle Apuane: Lucca viene liberata il 5 settembre, Viareggio il 16. Ma la Linea Gotica si dimostra un ostacolo complesso da vincere, anche perché la strategia alleata ha fissato altre priorità per gli ultimi mesi di guerra: l’Europa settentrionale. Massa si trova a pochi chilometri dal fronte e il 2 settembre il comando germanico impartisce l’ordine di sfollamento. L’Amministrazione Provinciale, la Prefettura e la Questura si trasferiscono a Pontremoli; il vescovo Terzi,  con la Curia, a Podenzana. In due settimane il centro della città si svuota, ma non del tutto e sotto i nuovi bombardamenti muoiono altre decine di civili.
Per tutto l’inverno su Massa cadono le bombe sganciate dagli aerei alleati e i proiettili dei cannoni tedeschi. L’8 febbraio, ad esempio, a essere colpita è la zona del Duomo e di piazza Aranci: una decina i morti, pesante la distruzione; le foto scattate nelle ultime settimane di guerra e nei giorni della Liberazione mostrano una città in ginocchio. Anche la grande piazza è sconvolta, l’obelisco colpito in decine di punti che si mostrano ancora oggi all’occhio attento di chi passa.
        (p. biss.)