Il regno di ‘marino’ e pioggerelle

La legge della persistenza sta dominando su quella dell’alternanza e il prevalere di correnti dal terzo quadrante (tra S, SW e W), in primavera, penalizza con tempo mediocre i versanti esposti persino quando le condizioni meteo sono abbastanza buone in generale. A maggior ragione, ciò accade quando avviene il transito di una perturbazione, anche modesta, così come si è verificato nello scorso fine settimana.
Le regioni sottovento alle correnti suddette, come l’Emilia-Romagna e le Marche per rimanere al Centro-Nord, sperimentano un tempo migliore rispetto alla Liguria e alla Toscana, e al Levante Ligure e all’alta Toscana in particolare. Rovesciate le carte – pardon, le correnti – e avrete una situazione opposta con quelle del primo quadrante: pioggia a Rimini e sole in Lunigiana.
Ma sono situazioni meno frequenti e di minor durata. Con il libeccio, il marino, il ponente, c’è poco da fare, invece: le stesse fasi di intervallo fra il transito di un fronte perturbato e l’altro, se non si destano maestrale e tramontana, non recano schiarite durature perché il rilievo montuoso a poca distanza dalla distesa del mare incentiva la formazione di nubi.
In tal modo, ecco che una giornata niente male a Parma, tra sole e un po’ di nuvole coreografiche, si può contrapporre ad un grigiore piovigginoso ed estenuante in Lunigiana. Oppure il cielo si presenta coperto anche nella pianura emiliana, ma la base delle nubi è più alta, la visibilità migliore e non si hanno precipitazioni; in contemporanea, nel bacino del fiume Magra inizia a piovere debolmente, ad esempio, la sera di sabato, e non smette fino a alla notte tra domenica e lunedì, trascorse più di 30 ore dalla caduta delle prime gocce!
Questo è quanto capitato sabato 15 e domenica 16 maggio fino alla notte di lunedì 17. Le valli hanno ricevuto apporti più contenuti, mentre su Appennino e Apuane l’intensità della pioggia, senza essere forte, ma comunque maggiore che in basso, ha messo insieme accumuli dagli 80 ai 120 mm. Le previsioni non erano state così pessimiste, ma alla fine è venuto fuori lo scenario peggiore che potesse capitare.
I giorni precedenti non erano stati da meno, con parziali schiarite timide e inaffidabili: cupo e bagnato martedì 11, piovoso nella notte giovedì 13 sulla parte centro-orientale della Lunigiana, freddo e altra dose di acqua venerdì 14 con spolverata di neve a 1800 m. E con mercoledì 19 sono tre settimane che impera incontrastato il fresco “marino”.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni