La società ha trasferito anche le squadre tecniche ad Aulla e il centro di via Roma è definitivamente chiuso e desolatamente deserto. Realizzato negli anni Cinquanta ospitava una quarantina di dipendenti

Il centro Enel di Pontremoli ha rappresentato per anni un punto di riferimento per la città e per tutto il territorio posto sotto la sua responsabilità. Da più di un anno però è vuoto, gli ultimi dipendenti trasferiti e si è conclusa una storia iniziata lontano nel tempo. Siamo negli anni Quaranta del secolo scorso: per completare la galleria del Borgallo è stato necessario far nascere una centrale elettrica a Guinadi, guidata da un pontremolese, Giovan Battista Musetti. Conclusi i lavori della galleria, Musetti assume il comando della centrale e da quel momento l’energia elettrica comincia a circolare sempre di più nell’alta Lunigiana. Da Guinadi era portata fino all’ospedale e alle industrie della parte nord di Pontremoli e intorno al 1948-49 si costituisce il primo ufficio in piazza Dodi.

La spinta decisiva è data dalla C.I.E.L.I., una società privata genovese che porta grandi benefici e che aveva una distribuzione di tipo acquisitorio: si inseriva nelle zone in cui non arrivava corrente estendendosi così a macchia di leopardo. L’anno della consacrazione è il 1952, quando gli sportelli pontremolesi entrano a far parte della “zona di Pontremoli”: un ufficio che aveva responsabilità sui comuni dell’alta Lunigiana (Villafranca, Mulazzo, Filattiera, Pontremoli e Zeri; solo Bagnone era escluso poiché lì l’energia era distribuita da una società privata con sede a Corlaga), su tutto il borgotarese (Albareto, Bedonia e Borgotaro) e su quasi tutto il comune di Berceto, fino a Solignano (quest’ultimo in parte gestito dalla C.I.E.L.I. e in parte da una società emiliana). In quel momento tutte le società del nord facevano parte di un unico grande gruppo, l’Edison, ma erano comunque in concorrenza tra loro.

Nel 1957 l’importanza che la centrale aveva acquisito sul territorio si concretizza in città con la nascita dei nuovi uffici e della cabina di trasformazione primaria in via Roma.
È ormai chiaro il grande valore del centro Enel di Pontremoli e ciò è testimoniato dall’occupazione dell’area in Verdeno, una scelta forse non troppo felice dal punto di vista estetico, ma che senz’altro ripagherà nel corso degli anni sul piano della comodità e dell’efficacia. Il 12 dicembre 1962 viene emanata la legge che sancisce la nascita dell’Ente nazionale per l’energia elettrica e, di conseguenza, l’acquisizione, da parte dell’Enel, di tutte le aziende attive nella produzione trasformazione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica, C.I.E.L.I. compresa.
La società genovese diventa gestore per conto di Enel in una gestione ibrida nella quale, nel tempo, una componente accresce e l’altra diminuisce la propria influenza. Il processo si conclude nel settembre del 1974, quando cessa la gestione per conto di Enel e questa subentra a tutti gli effetti. Mentre cambiano i ruoli nella società, anche l’influenza della centrale di Pontremoli subisce alcune variazioni. In particolare, risente molto della nuova suddivisione territoriale, sia dal punto di vista regionale (viene costituito un Distretto della Toscana), sia in ambito provinciale (viene creata la zona di Massa-Carrara, che comprende anche la Lunigiana), mentre le responsabilità nel versante parmense diminuiscono.
Pontremoli resta direzione di agenzia per tutti i tredici comuni della Lunigiana, ma perde la direzione di zona. La fase finale del centro comincia negli anni Novanta, quando Enel entra nel mercato finanziario come società per azioni. Da quel momento il punto di e-distribuzione perde progressivamente la propria centralità: alcune attività che prima erano svolte in agenzia sono trasferite esclusivamente a Massa, fino a che tutti i telecomandi provinciali vengono spostati a Livorno.
Ora, da poco più di un anno il centro Enel di Pontremoli è vuoto. Il processo che ha portato al trasferimento dei dipendenti deve essere collocato all’interno di una narrazione ben più ampia, che compie i primi passi nel momento in cui Enel diventa S.p.A., quando cambiano le relazioni società-pubblico e quando è l’azienda “ad avere il coltello dalla parte del manico”. In questo scenario l’abbandono degli uffici e il trasferimento del centro tecnico di via Roma è solo una inevitabile conseguenza.
Andrea Mori