Realissima presenza

Domenica 14 giugno – Corpus Domini
(Dt 8,2-3.14b-16a; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58)

24vangelo“Io sono il pane vivo disceso dal cielo”; un pane a discendere dal cielo come rugiada sulle aridità del mondo; un cielo che nutre, un cielo che si lascia mangiare, un cielo disceso come manna sulle strade polverose e affaticate dell’umanità. Abbeverarsi di cielo per continuare a vivere, masticare Infinito per vivere in Eterno. L’uomo è invitato da Dio a nutrirsi del pane vivo disceso dal cielo, che è accogliere la fragranza di ogni mattino, gustare la bellezza del tempo, assimilare la durata dei giorni. Nutrirsi di Cielo. Questo il Tuo sogno su di noi Signore. Uomini e donne chiamati a nutrirsi di Infinito, che un pane incapace di assorbire il respiro dell’Eterno è già morte.
Intanto noi, come i Giudei della pagina di Vangelo di oggi, a perderci in aspre discussioni che limitano, chiudono, impediscono al Simbolo di narrare, alla Poesia di farsi verità, alla realtà di farsi Presente. Noi, come i Giudei, a smarrirci in aspre discussioni… come può darci la sua carne da mangiare?
In questo pane del cielo Tu sei presenza reale nelle nostre povere storie, eucarestia. Corpus Domini. Perché non esiste una presenza più reale del Sogno di un Dio che respira il Cielo e lo soffia tra le labbra screpolate di un uomo che, altrimenti, morirebbe. Non esiste presenza più reale del Tuo respiro che ci tiene in vita, reale presenza di un Dio che in Gesù si è narrato come Colui che sogna l’uomo a misura di Cielo. Un Dio che sa bene che non basta mangiare per vivere, un Dio convinto che l’uomo abbia il diritto di nutrirsi di Sogni a misura di Cielo, e che la carne se non è fecondata dall’Infinito muore.
Dio si promette pane vivo. E pane vivo è quello capace ancora di narrare la memoria di un incontro. Quale presenza più reale di un Dio che sogna un pane da spezzare e la condivisione del gusto della vita? Quale presenza più reale di quella di un Dio che sogna un uomo con le pupille piene di Cielo e capace di un orizzonte talmente grande da contenere i sogni e non solo i bisogni? Quale presenza più reale di un Dio che dice all’uomo Io sono; io sono il tuo Cielo, il tuo pane, il tuo orizzonte, io sono vivo, io sono vita, io sono il desiderio possibile che tu non muoia, io sono la fragranza dei tuoi giorni, il gusto della vita, il profumo del mattino e il pane caldo che è poesia dei giorni, io sono il pane spezzato, il pane sudato, il pane condiviso, il pane benedetto, il pane del cielo.

don Alessandro Deho’