Più che tempeste, freddo equinoziale

12meteoSi parlava di clima freddo e asciutto martedì scorso e si torna a parlarne ad una settimana di distanza dopo alterne vicende atmosferiche che non hanno risolto granché: montagne con poca neve, fiumi ridotti a portate minime, laghi a livelli molto bassi.
L’anno scorso si stava verificando l’esatto contrario e si auspicava che le persistenti precipitazioni ci (e si) concedessero una pausa. Insomma, bastano eccessi di segno contrario in anni ravvicinati o persino consecutivi a mettere in allarme o in crisi il sistema di vita di questa società.
Significa che c’è qualcosa – o tanto – di storto, che non funziona o non può più funzionare e non si esaurisce certo con la presunta ‘stramberìa’ degli andamenti stagionali, che irregolari lo sono sempre stati e a loro totale capriccio.
Poi, da circa due secoli e mezzo, l’uomo ha preso a metterci anche del suo, nel guazzabuglio climatico, in misura crescente e via via più impattante.
Nei giorni scorsi, le giovani generazioni hanno ricordato la gravità del problema a chi di dovere e di potere. Su quella iniziativa a livello mondiale, si focalizza l’articolo di fondo di questo numero, riflessione che condividiamo in toto.
Un abisso divide le questioni epocali accennate dall’ambito contingente della settimana in esame, sulla quale si concentra adesso il commento. La porta verso le tempeste equinoziali non si è spalancata, bensì solo socchiusa per poi tornare a serrarsi tra lunedì e martedì.
12meteo_tabellaMercoledì 13, pioviggine fitta, foschie e nubi basse, qualche pioggia più intensa tra la media Lunigiana, la bassa val di Magra, la zona di Carrara e le Alpi Apuane. Rovesci e piovaschi residui anche nella seconda parte del pomeriggio prima del miglioramento serale. Spolverate di neve oltre i 1300-1400 metri.
Ampie schiarite, ma non prevalenza di sereno tutto il dì, si sono avute sia il 14 che il 15: brina e lieve gelo al primo mattino, tanto sole, nuvole sparse e periodi di cielo anche densamente velato. Le correnti occidentali hanno vivacizzato il regime di brezza con sensazioni di freddo più sensibile nel tardo pomeriggio.
Due o tre gradi in più hanno reso mite il sabato 16, simile per il resto (stato del cielo e nuvolosità) ai due giorni precedenti.
Più grigia è trascorsa la domenica, quindi con minore escursione termica; tentativo di pioviggine prima dell’alba, senza seguito in giornata. Le precipitazioni attese per lunedì 18 si sono risolte in due ore di piovaschi a fine notte e in due ore di pioggerella di primissimo mattino, ma alle 6 era già tutto finito.
L’ingresso delle correnti settentrionali ha avviato il calo termico che martedì 19, a dispetto del prevalente soleggiamento, si è avvertito nell’aria pungente e asciutta che è giunta a suon di raffiche.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni