
Un ottobre straordinario ma non da primato quello che chiude di martedì e con novembre che apre di mercoledì e la festa di Tutti i Santi che impone la redazione della rubrica con 24 ore di anticipo e consente, perciò, di anticipare solo qualche dato relativo al mese trascorso. Più volte, nelle settimane precedenti, ne sono state evidenziate le particolarità che lo andavano tratteggiando; la persistenza della situazione meteorologica ce lo consegna ‘tutto d’un pezzo’, all’opposto di certi mesi bifronti o altrimenti variegati secondo il gusto delle mutevolezze atmosferiche. Il sereno, nella settimana conclusiva, è riuscito a mantenersi mercoledì 25; sono seguiti giorni di cielo da parzialmente nuvoloso a nuvoloso, in ogni caso mediamente misto.
Dopo la limpidezza del 23-24, inoltre, la foschia ha reso l’orizzonte meno nitido e talora opaco, fin torbido nel fondovalle, dove non sono mancate formazioni nebbiose nella prima parte della mattinata in omaggio alla stagione autunnale. Per il resto, l’autunno si è invece dovuto accontentare finora – mancando piogge, piene fluviali e venti impetuosi – dell’accendersi sempre più vivo e smagliante della tavolozza di colori di cui piante e alberi sono soliti rivestirsi prima di spogliarsi per il riposo invernale.
Unici altri fenomeni stagionali concessi, la nebbia citata, le copiose rugiade e due fugaci cenni di brinata il 24 e 25 nelle aperte vallate, ove la poca aria fredda di tanto in tanto affluita si è potuta adagiare dopo facendo scendere nottetempo i termometri più di quanto le fosse riuscito in montagna durante l’avvezione stessa. Ancor più degli scarti di temperatura che, specie nelle località vallive, vedranno il surplus delle massime quasi compensato dal deficit delle minime, impressiona la prolungata mancanza di piogge di una certa entità: ottobre chiude avendo a fatica racimolato 10-15 mm in tutta la Lunigiana (qualcosa di più solo alle pendici apuane), un misero 5% dei 200-300 mm tipici delle plaghe nostrane in quello che è il mese più piovoso dell’anno con novembre.
Se a livello di primato risulta imbattibile l’ancor più arido ottobre 1969, questo del 2017 risulta comunque il secondo più avaro di precipitazioni in 140 anni di misure.
Previsioni valide dal 3 al 7 novembre
Alla luce degli ultimi modelli fisico-matematici del 30 ottobre, pare voler iniziare un cambio di circolazione atmosferica. È alle viste, infatti, un graduale calo barico a partire dalle regioni occidentali fin da venerdì ed è atteso anche il passaggio di una perturbazione atlantica fra domenica e lunedì con formazione di un minimo depressionario fra Golfo Ligure e Alto Tirreno in veloce spostamento verso sud-est.
Se verranno confermate queste premesse, si vedrà un cielo da molto nuvoloso a coperto sia venerdì 3 che sabato 4 con le prime deboli piogge sparse. Venti in rotazione al quadrante meridionale e temperature massime in calo, non oltre i 15-16°C, con le minime in aumento a causa della nuvolosità portandosi fra 8°C e 11°C. Una giornata perturbata con cielo coperto e piogge diffuse si prospetta quella di domenica 5: precipitazioni localmente a carattere di rovescio o temporale. Venti meridionali piuttosto sensibili e temperature massime in ulteriore calo.
Nella notte fra domenica e lunedì 6, i venti gireranno a NE e le nubi si concentreranno in mattinata nel versante emiliano, mentre schiarite via via più ampie si apriranno a partire da NW. Saranno possibili nevicate in Appennino oltre i 1300-1500 metri.
Schiarite generali più ampie entro sera con il rinforzo dei venti di tramontana. Un miglioramento è atteso per martedì 7 con cielo poco nuvoloso e residui addensamenti da Stau in Appennino. Ancora venti fra Nord e Nord-Est. Temperature massime in lieve aumento, ma minime in calo, specialmente nella notte con locali brinate e gelate all’alba di mercoledì 8.
Aggiornamenti su: www.meteoapuane.it
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni