
Domenica 5 marzo, prima di Quaresima
(Gen 2,7-9; 3,1-7 Sal 50 Rm 5,12-19 Mt 4,1-11)
Inizia, con questa domenica, il tempo di quaresima che, in quest’anno “A” propone un percorso battesimale. Oggi siamo chiamati a meditare sulle tentazioni, la prossima settimana contempleremo la trasfigurazione, ci disseteremo poi al pozzo con la samaritana, vedremo la luce con il cieco nato ed, infine, saremo partecipi della resurrezione con Lazzaro. La tentazione ci porta a pensare a Satana. Il diavolo non è un mostro orrendo, anzi si presenta come un angelo di luce, come un amante della libertà ed un ricercatore del bene dell’uomo. Nella creazione viene presentato come un serpente. Infatti questo è, con il suo veleno, segno di morte, ma con le sue annuali mute è anche simbolo della vita e della giovinezza che si perpetuano. Nel giardino dell’eden si presenta come un liberatore, un ricercatore del bene dell’uomo. La sua promessa è di elevare l’uomo fino a farlo diventare Dio, salvo poi abbandonarlo.
Sappiamo che la tentazione non è esterna all’uomo, è quella forza che spinge all’autoreferenzialità nella vita morale: non ascoltare ciò che insegna Dio, ma seguire ciò che si ritiene giusto e conveniente. Gesù si sta preparando alla vita pubblica. Si ferma a pregare ed a meditare per essere certo di non proporre agli uomini la propria verità ma quella del Padre. Il deserto, come lo fu per il popolo liberato dall’Egitto, è il luogo della preparazione. Come Mosè rimane quaranta giorni davanti a Dio, prima di presentare all’umanità il volto del Padre. Il significato della parola diavolo è “colui che si mette di traverso”. È lui che cerca di mettersi di traverso, di ostacolare, il rapporto di amore tra il Padre e Gesù. È lui che si mette di traverso nel rapporto di amore tra il Padre e noi. Nel brano di vangelo di oggi sono rappresentate tre tipi di tentazioni e Gesù ci insegna a superarle.
Quaranta è anche simbolo della completezza della vita, pertanto Gesù è stato, come noi, tentato ogni giorno. La prima tentazione riguarda il rapporto con le cose. Il tentatore riconosce a Gesù di essere il figlio di Dio e gli propone di aiutare gli uomini offrendo loro abbondanza di beni materiali. Gesù spiega che le cose materiali non ci basteranno mai, nel profondo dell’uomo c’è sempre il bisogno di andare oltre. Se ci si ferma al pane, alla carriera, alla salute e ci si chiude in se stessi, in luogo di avere la vita piena si rischia di regredire al semplicemente biologico. Il rapporto con Dio è l’argomento della seconda tentazione. Sul pinnacolo del tempio il demonio propone a Gesù di mettere alla prova Dio stesso che, nel salmo 91, ha promesso di salvare il giusto. Se il Dio buono non viene a salvarti quando sei nel bisogno, significa che o non c’è, o non è buono. Gesù sottolinea come il mettere alla prova significhi non avere fiducia. L’amore non si può vedere là dove non vi è fede. L’ultima tentazione riguarda il rapporto con gli altri. I regni del mondo visti dal monte sono il luogo di incontro-scontro di tutti gli uomini.
La richiesta del demonio di essere adorato è finalizzata ad utilizzare i suoi criteri nei rapporti tra gli uomini. Pertanto ognuno dovrà ricercare il proprio benessere senza curarsi dei problemi dei popoli, delle persone e dell’ambiente. La proposta del maligno è di asservire gli altri per il proprio benessere, senza guardare in faccia nessuno. Se servono guerre, battaglie, deforestazioni, utilizzo distruttivo, sgomitate o soprusi, è bene che si facciano. La proposta di Gesù è adorare soltanto il volto di Dio creatore che serve tutti e tutto ama.
Pier Angelo Sordi