
La celebrazione odierna si colloca come tempo e come significato tra il Natale e la Pasqua. A Natale veniva nel mondo “la luce vera, quella che illumina ogni uomo”; a Pasqua canteremo: “Cristo luce del mondo”. Nel brano di vangelo di oggi l’anziano Simeone chiama Gesù: “Luce per illuminare le genti”.
1. Simeone, uomo giusto e pio. Di fronte a Maria e a Giuseppe che offrono Gesù, vediamo due personaggi: Simeone, “uomo giusto e pio, che aspettava il conforto di Israele”, e Anna, che “non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere”.
Che cosa teneva in vita questi due vegliardi? L’attesa del Messia: un’attesa carica di novità e di sorprese, un’attesa rivolta non a beni effimeri, ma a realtà definitive. E di fronte alla realizzazione di questa attesa i due vegliardi non cessano di benedire Dio e di parlare del Bambino a quanti aspettavano la redenzione di Israele.
2. Lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo che spinge il vecchio Simeone verso il tempio del Signore, è lo stesso Spirito che ci è stato donato come frutto pasquale della morte e risurrezione di Gesù (Gv 20,22), e ci è stato donato “perché non viviamo più per noi stessi, ma per lui che è morto e risorto per noi”, e che ci è stato mandato come “primo dono ai credenti, a perfezionare la sua opera nel mondo e compiere ogni santificazione” (Liturgia).
Lo Spirito è sempre in azione, nelle persone singole e nelle comunità. Non tocca a noi né seminarlo né svegliarlo, ma soltanto riconoscerlo, poi accoglierlo, assecondarlo, fargli strada e andargli dietro, perché arriva prima di noi, lavora più di noi e meglio di noi. All’uomo è chiesta una cosa sola: la docilità alla sua voce.
Se l’uomo si comporta con questa docilità, la salvezza proposta da Dio si realizza in tutta la sua portata, ma se l’uomo resiste all’azione dello Spirito, se insegue calcoli umani, se agisce con pensieri stolti e cattivi, se vive con cuore malvagio, allora l’azione dello Spirito diventa inefficace.
3. Lo Spirito nella vita della Chiesa. Lo Spirito è il grande attore di ogni evangelizzazione: è lui che dona la forza di proclamare che “Gesù è Signore” (1Cor 12,3), è lui che trasforma i cuori (At 16,14; 17,34) e ci dà la forza necessaria. Per questo è essenziale mettersi in ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese (cf Ap 2,7ss).
La nostra società ha bisogno di vedere persone che si muovono sotto l’azione dello Spirito, come Simeone e Anna, persone distaccate dalle cose di questo mondo e orientate verso i beni eterni, persone che nella solitudine scrutano il pensiero di Dio e lo indicano ai fratelli con la testimonianza della propria vita.
Queste persone ci riportano alla necessità della vita spirituale, perché come scriveva già nel 1932 Henri Bergson: “Il corpo cresciuto attende un supplemento di anima, e la meccanica esige la mistica” (Le due fonti, p. 264)..
† Alberto