
Da qualche settimana, si è presa l’abitudine ad un tempo più tranquillo dopo il travaglio meteo che aveva segnato i primi due atti della stagione autunnale; le uniche licenze prese da novembre, in effetti, hanno avuto a che fare con il vento e lo stato del cielo, mentre le prime timide precipitazioni, in quello che dovrebbe essere il mese più piovoso dell’anno, hanno fatto la loro comparsa domenica 17.
Le frequenti condizioni di scarsa nuvolosità e di atmosfera non agitata si sono così mescolate a qualche giorno ventoso e dal cielo più variegato. Una tramontana decentemente fredda e gagliarda si era avuta il 12, ripetutasi con moderazione il 14.
La ventilazione da Nord, attiva pure il 13 e il 15, aveva infatti assunto caratteristiche un poco più favoniche nei due giorni suddetti. Si è assistito, quindi, ad un saliscendi delle temperature massime, dettato in primis dalla massa d’aria più che dal soleggiamento, come è d’uopo fra autunno e inverno.
Le temperature minime, mai molto elevate nel mese in corso a dispetto della sua generale mitezza, si sono concesse una ulteriore caduta a motivo delle frequenti notti serene e del deposito dell’aria fredda affluita.
Sabato 16, dopo che alcune aree del più basso fondovalle le avevano sperimentate fin dall’11-12 del mese, si è verificata una gelata più generale. Al primo gelo, giunto con un paio di settimane di ritardo sulla sua data media, si è unita una discreta e più diffusa brinata rispetto a quelle più fugaci dei giorni precedenti.
L’aria finalmente asciutta, guadagnata a fatica dal 10 al 16 (inizialmente, il bel tempo novembrino non era stato accompagnato da vento), ha avuto purtroppo vita breve: il pomeriggio di sabato scorso, è bastato osservare il “cappello” in formazione sul Molinatico e poi sugli altri rilievi montuosi – lo sbarramento nuvoloso sugli alti crinali appenninici, seguito da lì a poco – per realizzare che qualcosa stava per cambiare.
Detto fatto, domenica mattina, il risveglio è stato oscuro, umido, piovigginoso e con densa foschia che era nebbia d’avvezione dalla collina fino in montagna. Il vento di libeccio, destatosi dapprima in alto, si è messo in moto pure nelle valli da mezzodì in poi.
Cenni di schiarita fra stracci di nuvolaglia gocciolante non hanno mutato la situazione de pomeriggio in maniera significativa. Le precipitazioni, deboli e di modesta durata, legate ad un sistema frontale veloce, sono andate a interessare soprattutto Apuane, Versilia e Montagna Pistoiese.
Le schiarite nella notte fra il 17 e il 18, tutt’altro che ampie, sono comunque bastate, in un ambiente assai umido, alla formazione di qualche banco di nebbia al primo mattino di lunedì. Il tepore del primo giorno della settimana si è mantenuto la notte successiva, mite anch’essa e trionfalmente umida.
Il transito di un’altra minima perturbazione ha recato martedì 19, al cospetto di aria appena più fresca, qualche piovasco e netto dominio della copertura nuvolosa, salvo poche ed effimere occhiate di sole.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni