
Nella settimana successiva alle feste pasquali, il tempo si è rivelato tutt’altro che stabile. Molte le nuvole, di ogni genere, ma hanno dispensato il loro contenuto osservando la più stretta parsimonia. Non così ovunque, perché non manca mai qualche zona che beneficia delle correnti del momento, secche su alcune regioni e umide su altre. Peccato che le precipitazioni, anche laddove si sono dimostrate meno avare, abbiano visto basse temperature, grandinate, forti venti: fenomeni non graditi alle campagne che attendono acqua utile.
Per il resto, non fosse per la latitanza di perturbazioni atlantiche, che in questo periodo dovrebbero fluire con cadenza piuttosto regolare, l’assetto termico non si può dire così anomalo come viene dipinto dai mass-media. Le temperature sono state di pochissimo inferiori alla norma in questa decade centrale del mese (peraltro, trattasi della norma 1991-2020, che vanta un livello termico superiore alla precedente) e, al momento di scrivere queste righe riassuntive della settimana, il pomeriggio di martedì 18, addirittura superiori alle tipiche temperature di metà aprile. La melina atmosferica, già in auge da venerdì 7 aprile, è andata avanti – dopo la parentesi più soleggiata e mite dall’8 al 10 centrata sulla domenica di Pasqua – da martedì 11 in poi fra cieli inizialmente bigi e piovigginosi e, quindi, sotto l’egida di cielo misto e deboli piovute a giorni alterni (13, 15 e 17 aprile). L’aria è rimasta fredda dall’11 al 13, a seguire si è verificato un graduale e modesto rialzo termico.
Giovedì 13, data in cui era attesa una solenne piovuta, questa è andata a interessare aree del resto della Toscana riservando rovesci consistenti ad una minima parte della Lunigiana fra la bassa Val di Magra, Aulla e la media valle del Taverone. Alle parziali schiarite del mezzodì, non è seguito un franco miglioramento, bensì un temporale con locale caduta di grandine (e neve sui monti) intorno alle 17,30. Alcuni paesi si sono ritrovati imbiancati dalla caduta dei fitti chicchi di ghiaccio, scesi in quantità, insieme ai fiocchi di neve vera e propria, anche sui monti Spiaggi e Molinatico.
L’arcobaleno apparso alle ore 18 circa ha incorniciato il gruppo dell’Orsaro, non interessato dal temporale e quindi privo di ‘veste rinnovata’. La notte, però, una seconda e veloce passata ha depositato una spolverata nevosa ‘uso pandoro’ anche sul crinale tosco-emiliano per non lasciarlo del tutto nudo. Un rigurgito di instabilità non è mancato il pomeriggio di sabato, ma davvero minimo e consistente in un solo tuono e in deboli piovaschi alle 15-15,30 e intorno alle 18. Di poco più sgombro, ma non sereno/poco nuvoloso nel complesso, si è presentato lo stato del cielo domenicale, ad onta delle sventolate di tramontana da metà mattina fino a sera.
Ennesima messa in scena si è registrata lunedì 17: la partenza mattutina ha dato speranza agli ottimisti, mentre l’implacabile oscuramento diurno, dovuto sia alle nubi in viaggio da NE a SW sia allo sviluppo in loco dei cumuli, ha recato un’altra insulsa pioggerella verso le 11.30 – 12.00 con cenno di nevischio in montagna. Per l’acqua ‘a modo’, se quel che resta di aprile e il mese di maggio avranno voglia di impegnarsi, c’è ancora da aspettare.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni