Per chi?

Domenica 31 luglio – XVIII del tempo ordinario
(Qo 1,2; 2,21-23 – Col 3,1-5.9-11 – Lc 12,13-21)

La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. È la campagna a donarsi, la ricchezza è sempre un dono, qualcosa da ricevere. Ma l’uomo della parabola si illude di essere il centro del mondo, l’uomo ha paura del domani, l’uomo trasforma la benedizione in un problema: Che farò, perché non ho dove mettere i miei raccolti? La ricchezza che non ricevo con cuore grato diventa subito un problema: che farò? E porta solitudine: i miei raccolti, i miei magazzini, i miei beni. Demolirò, costruirò, raccoglierò: la strategia dell’avido è distruttiva e violenta. La strategia dell’avido è un delirio di falsa onnipotenza e di solitudine. Distruggere e costruire spazi per trattenere la ricchezza è un modo per aumentare a dismisura la volontà di possesso.
E poi il sogno dell’uomo: riposati, mangia, bevi e divertiti. Che, stiamo attenti, non sono sogni sbagliati. Dobbiamo stare attenti ai facili moralismi: i sogni dell’uomo della parabola non sono errati, sono i nostri sogni! Chi non desidera riposo, cibo e divertimento? Chi di noi non impegna buona parte della vita proprio per raggiungere questi obiettivi? L’errore non è nel desiderio ma nel processo che precede il sogno e nella strategia scelta per rispondere a quei bisogni. Quando arriva a desiderare il cuore dell’uomo è già troppo avido e non riesce a immaginare una risposta sensata se non costruendo magazzini.
Gesù sposta l’attenzione sulla vita: questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. Quella vita che l’uomo non ha più, perché è chiusa dentro il sogno di magazzini più grandi del dovuto. Quello che Gesù fa non è terrorismo psicologico ma solo un passaggio di forte realismo: hai trattenuto i frutti della campagna ma non la vita! Hai guadagnato ricchezze ma hai perso il cuore dell’esistenza. Il segreto della vita abita esattamente in ciò che l’uomo dimentica: l’altro. Quel fratello che ha già ucciso! “Quello che hai preparato di chi sarà?”. Questa è la domanda che può salvarci. Per chi stai vivendo? Per chi stai facendo fatica? Per chi demolisci e costruisci? C’è un fratello vero, che sia altro da te, che possa permetterti di diventare uomo capace di condivisione? Solo quando nella nostra vita impariamo a demolire i nostri egoismi per fare spazio a grandi capacità di condivisione noi impariamo il giusto valore della vita.

don Alessandro Deho’