
Era la primavera del 1921. Puntava sulla crisi della Germania e sulla potenza manipolatoria della sua personalità

In Germania nei travagliati anni del primo dopoguerra il nazismo trova le condizioni più favorevoli al suo sviluppo e un capo che aveva “qualcosa come l’ipnotismo, una forza alla quale non si resiste” disse Rommel,“una catastrofe” per Thomas Mann: questo “genio del male” è Adolfo Hitler eletto presidente del Partito nazionalsocialista il 29 luglio 1921. Fece subito capire gli obiettivi fondamentali del partito sorto nel salone della Birreria reale a Monaco di Baviera il 24 febbraio 1920.
Gli orrori del nazismo non furono per niente imprevisti, prima di arrivare al potere Hitler li indicò chiaramente nelle violente manifestazioni e nel suo libro La mia battaglia. Gli obiettivi sono indicati con parole “assassine”, predominanti sono liberare il popolo tedesco dalla “congiura ebraica” e dare uno spazio vitale sufficiente alla razza ariana, superiore nel sangue a ogni altra per cultura e civiltà.
I fondamenti ideologici puntano ad eliminare la democrazia liberale borghese e le organizzazioni del movimento operaio. Per far rinascere la Germania Hitler gridava che si dovevano eliminare gli ebrei e con essi i liberali, i democratici, i marxisti. Cittadino tedesco doveva essere solo chi aveva sangue tedesco, nessuno che fosse ebreo. Affermava che le disuguaglianze nella società sono la suprema legge della natura, quindi è giusto che le masse si sottomettano ai capi e al capo supremo (Fuhrer) e le razze inferiori a quelle superiori. Il nazismo ebbe organizzazione di tipo militare, fondata sulla fede e sull’obbedienza dei gregari che non capiscono o fanno “piagnucolosi discorsi pacifisti”: solo la spada di un popolo dominatore che si impadronisce del mondo può dare pace al mondo.
Subito Hitler organizza le squadre d’assalto (SA) per la difesa e l’attacco contro gli avversari, nel dicembre 1921 fonda il giornale quotidiano del partito e dà il via ad un grande apparato propagandistico per indurre le masse ad aderire alle manovre dei capi “con ferrea disciplina e completa abnegazione”.
Gli obiettivi erano già ben progettati nel 1921, un anno cruciale anche in Italia che va precipitando verso un governo fascista, portato al potere nella legalità per incarico conferito dal re. Hitler dapprima tenta un’insurrezione violenta nel 1923 a Monaco, il colpo di stato fallisce e capisce che anche lui doveva sfruttare la legalità e trovare il consenso dei gruppi più potenti tra i dirigenti industriali, alti burocrati, generali dell’esercito.
Riuscirà a formare “lo Stato totale” e a infondere a gran parte dei tedeschi la fede e l’orgoglio di seguire una “grande idea”; coi suoi magici effetti sulle masse riuscì ad organizzare “quel gruppo di delinquenti che seppe avviluppare e dissanguare il popolo tedesco: il nazismo fu opera diabolica” osserva il grande storico F. Meineche, realizzata per la potenza fascinatrice della personalità di Hitler e per le menzogne sulla razza che da tempo circolavano in Europa e per sventura trovano ancora credito.
La scoperta della catena del DNA dimostra in assoluto che gli umani appartengono tutti ad un’unica razza biologica e genetica e le differenze riguardano l’etnos (cultura, costumi, ambienti e altro).
(m.l.s.)