P. Aldo Bergamaschi,  instancabile promotore di Pace

Era nato a Torrano nel 1927. A Pontremoli tanta partecipazione all’incontro organizzato dall’Associazione Aletheia di Reggio Emilia

Nelle stanze del Palazzo Vescovile di Pontremoli sabato 20 aprile ha avuto luogo la presentazione del libro “Padre Aldo Bergamaschi – Filosofo del Vangelo”. Tra i presenti molti compaesani ed amici di Torrano e i membri dell’associazione “Aletheia” di Reggio Emilia.
Parole commosse quelle utilizzate dai relatori dell’evento per ricordare quel sacerdote cappuccino che dell’amore “per la sapienza” ha fatto il proprio stile di vita, consapevole che chi va alla ricerca del vero “sapere” percorrerà una strada senza fine.
È così stata ricordata l’amicizia con don Primo Mazzolari che, lo stesso cappuccino, definiva “poeta” del Vangelo. Figure carismatiche, forse non comprese né dai superiori né dal loro tempo, entrambi profeti sotto alcuni aspetti, entrambi ministri di Cristo e della Chiesa. Padre Aldo ha saputo coniugare la propria vocazione francescana con lo spirito del proclamare l’uguaglianza tra le persone.
E proprio partendo dal suo essere “frate” ha voluto percorrere “l’esistenziale” novità che Gesù ha portato: il cristianesimo. Un intento espresso con parole forti e con convinzioni concrete.

Padre Aldo Bergamaschi (1927 – 2007) (foto Associazione Aletheia)

Una riflessione “tagliente” sul rapporto tra fede e ragione, tra ragione e religione: il rischio del venir meno della fede lascia soltanto l’idea della importanza dei riti. È così che padre Aldo ha ideato una propria utopia che gli ha fatto affermare quanto spesso si vedano i cristiani ma non la loro religione perché qualsiasi “patria” può essere di un cristiano ma, osservando l’evolversi del mondo, ogni patria diventa terra “straniera” per la religione.
Problemi forse che potevano apparire lontani all’epoca di Padre Aldo ma che hanno anticipato i “nostri” tempi dove il bisogno di fede e di pace vanno ricercati ogni giorno. È questa la strada percorsa da padre Bergamaschi che fa della sua idea utopica una missione.
Il suo intento era arrivare ad un’unità del genere umano per poter annunciare concretamente il Vangelo. In quest’ottica anche le sue idee di una comunità mondiale con un unico governo. Una comunità nata non da volere “di governo” quanto da un “universalismo” di salvezza.
Era questa l’intenzione di Padre Aldo quando voleva donare all’Onu un suo terreno nei dintorni di Torrano, alle pendici del Monte Burello. Una donazione che, non accettata dall’e Nazioni Unite, avrebbe destinato al comune di Pontremoli (come ricorda una lapide posta nel 2008 nella piazzetta della Pace). Un primo terreno per gettare le basi ad un governo mondiale “planetario” del quale Padre Aldo si riconosceva cittadino.
Il libro offre dunque una riflessione su quella che per il cappuccino era la ricerca della verità. Ad iniziare dall’intuizione del dover accettare la “parificazione” della retribuzione degli stipendi per proseguire con la sua idea di risurrezione che affermava non essere una “rianimazione” di cadaveri quanto un messaggio che ci proietta verso l’eternità.
Quindi un ampio spazio alla tematica della povertà nella vita di Padre Aldo. Con i genitori infatti fu costretto ad emigrare per alcuni anni in Corsica e successivamente a dover entrare in convento per poter studiare.
Mentre si trovava tra i vari conventi emiliani scrive alcune lettere dove emerge la nostalgia per “casa” e il pensiero per Torrano, dove sempre ha mantenuto legami affettivi. Se la volontà della famiglia era che diventasse architetto, la sua invece era una vocazione a non dimenticarsi dei poveri.
Una vocazione che – fino allo stremare delle forze – ha seguito consapevolmente e memore del suo trascorso giovanile. In una società cristiana – affermava padre Aldo – non ci dovrebbero essere poveri.
Ma affermava anche che l’obiezione di coscienza per un cristiano è contestare lo “stato sovrano” pensandolo come sopruso alla fratellanza. Il cristiano deve essere infedele ad uno stato che porta ad una divisione umana e a non rendere possibile la pace. Osservando ciò che è stata l’esistenza terrena di Padre Aldo si può scorgere la trama per chi vuole essere oppositore di guerre, mafie e capitalismi ma capace di applicare la “pienezza” del Vangelo.

Fabio Venturini