Tutti ti cercano!

Domenica 4 febbraio – Quinta del Tempo Ordinario
(Gb 7,1-4.6-7; 1Cor 9,16-19.22-23; Mc 1,29-39)

Dopo la giornata di ministero a Cafarnao, Gesù accetta l’ospitalità in casa di Simone per un dovuto ristoro e per il riposo notturno.
Nel frattempo la cerchia dei personaggi attorno a lui si allarga dai primi quattro discepoli a “tutta la città riunita davanti alla porta”, e poi ai “villaggi vicini”.
1. Andarono nella casa di Simone. Gli scavi compiuti dopo il 1968 hanno fatto riemergere i ruderi della casa di Pietro sotto la chiesa ottagonale bizantina, situata a circa 30 metri a sud della sinagoga.
In questa casa Gesù si ritira dopo la guarigione dell’ossesso e “fa alzare prendendola per mano” la suocera di Pietro che giaceva a letto per la febbre. Quindi Pietro, originario di Betsaida, viveva da sposato a Cafarnao.
Il servizio reso dalla suocera non si limita alla persona dalla quale ha ricevuto la guarigione, ma si estende a tutti i presenti, dimostrando così fin dall’inizio che chi riceve un beneficio da Gesù, lo riceve per il bene di tutti. I doni di Dio, anche se personali, hanno sempre una ricaduta sulla comunità.
2. Uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. La preghiera, dopo una giornata di lavoro e una notte di riposo, è il modo per offrire a Dio il lavoro svolto e per cercare ispirazione in vista della giornata che inizia.
La preghiera è una esperienza profonda di fede e di fiducia in Dio, non ha una efficacia meccanica quasi che il pregare sia un’attività magica. Gesù ci dà l’esempio e ci esorta a “pregare sempre, senza stancarsi” affinché il Regno di Dio si compia, come diciamo nel Padre nostro: “Venga il tuo Regno”.
La preghiera non sostituisce lo sforzo quotidiano nel servire Dio con lealtà e purezza di spirito, perché preghiera e impegno procedono appaiati: la preghiera dà all’impegno il suo riferimento essenziale a Dio, e l’impegno dà alla preghiera la sua serietà e coerenza.
3. Guarì molti. Il vangelo secondo Marco è molto preciso nell’osservare che “alla sera, dopo il tramonto del sole”, cioè dopo che è finito il riposo del sabato, vengono portati a Gesù tutti i malati e gli indemoniati.
Continua poi dicendo che “Gesù guarì molti” e conclude col dire: “tutti ti cercano”. Il ricercare Gesù, o in senso più generale il desiderare l’Assoluto, è qualcosa di innato nella natura umana, ma per essere guariti, cioè per incontrare la divinità, è necessario il salto della fede.
Gesù non guarisce tutti meccanicamente come se fosse un distributore gratuito, un bancomat dove ritirare la “grazia” necessaria in tempi di bisogno.
La preghiera è un modo di essere e di sentire le relazioni personali e sociali in sintonia con la volontà di Dio, e la guarigione dipende molto dalla disponibilità personale di ciascuno, anche se Gesù non abbandona nessuno, anzi, lui stesso si preoccupa di incontrare il maggior numero possibile di persone, prima “andando per tutta la Galilea e predicando nelle loro sinagoghe”, e poi mandando in missione i suoi discepoli.

† Alberto