Quest’anno, poiché Pasqua cadrà il 31 marzo, il Carnevale ha avuto breve durata. Nonostante la fine precoce, essa avviene in concomitanza delle prime fioriture di alcune piante ornamentali: macchie di colore rosso, rosa o giallo che si notavano in contrasto al grigiore del cielo dei giorni scorsi.
Un maggior soleggiamento, che invece è mancato, avrebbe anticipato la fioritura di altre specie, ormai pronte anch’esse a dare spettacolo. Sono le ultime settimane di un inverno che, stancamente, si è trascinato fin qui, come se gli fosse stato impedito di fare il proprio mestiere.
La settimana in esame si è votata quasi unicamente al cielo coperto e alla pioggia per poi cedere finalmente alle schiarite di lunedì 12. Il flusso di miti correnti dai quadranti meridionali e sud-occidentali ha chiuso lo spazio aereo grazie a compatta nuvolosità prefrontale di strati e stratocumuli e, poi, di nembostrati durante il lento transito del sistema perturbato che ha recato copiose e persistenti piogge.
Le precipitazioni non hanno assunto carattere nevoso neppure in montagna, salvo una spolverata solo oltre i 1600 -1700 m nella fase finale un poco più fredda!
Un episodio, dunque, autunnale più che invernale: non poteva andare altrimenti in una prima decade di febbraio dal livello termico medio ben 3-4°C in eccesso rispetto alla norma sia in Italia che in altre nazioni europee.
Dopo la pioviggine e le pioggerelle di mercoledì 7 e parte di giovedì 8, l’intensità dei fenomeni è andata gradualmente aumentando; le precipitazioni più ardite si sono verificate tra venerdì pomeriggio e sabato mattina, specie sull’alta Lunigiana, ivi risultando incessanti per oltre trenta ore dalle 14 di venerdì alle 21 di sabato.
Nella Lunigiana centro-orientale e nella fascia costiera alle pendici delle Alpi Apuane, l’intermittenza e la minore intensità della pioggia hanno invece determinato accumuli meno abbondanti.
Così, mentre a Pontremoli, nel giro dei soli due giorni 9 e 10, è caduta più acqua di quanta ne competerebbe, in media, all’intero mese di febbraio, e a Villafranca la media mensile si è raggiunta nei cinque giorni di durata del peggioramento, ecco che, a Gragnola e a Massa, il totale dal 7 all’11 febbraio si è contenuto su valori meno rilevanti, tipici del transito di perturbazioni ordinarie.
Non essendo attese altre precipitazioni nell’immediato, il bilancio idrometeorico della prima metà di febbraio vede 165 mm a Pontremoli-Verdeno, 146,6 a Villafranca-Ghiaione, 70,4 a Gragnola e 68,4 a Massa.
Al ritorno delle schiarite, purtroppo, non è corrisposto il levarsi di tramontana o altro vento di provenienza settentrionale in grado di arrecare un miglioramento più franco ed asciutto.
L’ambiente, pertanto, è rimasto umido, visto che gli igrometri non scendono più di tanto, neppure nelle ore del primo pomeriggio, stanti le blande correnti dal quadrante tra Sud e Ovest.
Trascorsi i giorni del transito di un minimo di pressione molto profondo, intorno ai 990 hPa, le lancette dei vecchi barometri aneroidi stanno risalendo ad indicare che l’anticiclone sta già rimettendo le tende sul Mediterraneo.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni