
Domenica 16 ottobre – XXIX del tempo ordinario
(Es 17,8-13 – 2Tm 3,14-4,2 – Lc 18,1-8)
“In quel tempo Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai” Dio, mia necessità. Sia questa la vostra preghiera, dice Gesù. Necessario come il sole, il cielo, la luna, la terra. Necessario come il respiro, il battito del cuore, il sangue che scorre vita nelle arterie. Necessario come uno sguardo da amare, come la parola, come i sogni, come la speranza. Necessario come un padre, nodo personale alla trama dei viventi. La preghiera è una relazione necessaria, questo si preoccupa di dire Gesù ai suoi discepoli e a noi. Relazione necessaria, necessaria per vivere, necessaria per riscattare speranza, per ipotizzare sentieri di senso. Dio, mia necessità: preghiera è sentire, nel fondo del nostro cuore, nella parte più intima di noi stessi e più vera e più nascosta che questa è la nostra verità. Una necessità che si intuisce in alcuni snodi della vita, quando il tempo diventa domanda abbracciando la gioia o il dolore. Necessità che però è anche da coltivare, nella frequentazione quotidiana della Parola, nella costruzione paziente di un incontro: e quindi parole ma anche silenzi, gioie e fatiche, aperture e allontanamenti. Una frequentazione viva, ecco cosa propone ai suoi discepoli Gesù. Questa è preghiera, il resto è recitare preghiere. Una recita, appunto.
Dio, mio sempre. Non è questione di tanto o di poco, come sempre, nell’amore, è questione di tutto o di niente. Preghiera è Sempre. È sentire che il tempo, tutto il tempo, assume nuova profondità. Che il tempo non scorre più incagliandosi nella superficialità dei nostri orologi ma elevandosi a mostrare tracce visibili di Dio nello scorrere del quotidiano. Preghiera è vivere ogni istante con la certezza che è sempre spazio di possibile incontro: con Dio e con i fratelli. Preghiera è assumere la qualità spirituale di chi percepisce il respiro di Dio in ogni ambito della propria esistenza. Anche qui è questione di quotidianità, di sensibilità da coltivare. Di profondità paziente, di ricerca di un Oltre raggiungibile attraverso i varchi disegnati dagli eventi. Preghiera è imparare uno sguardo profondo sulle cose, su ogni cosa. Per fare esperienza di Dio sempre.
don Alessandro Deho’