Le speranze di pace  travolte dai sogni di vittoria
(Foto ANSA/Sir)

Tranne qualche pallido tentativo di Erdogan, neppure molto convinto, di proporsi come interlocutore, in questo momento sono poche le possibilità che la diplomazia possa aprire un dialogo per porre fine ad una guerra ogni giorno più assurda e dare, così respiro alle speranze di pace. Sembra addirittura che tutti spingano verso una guerra di lunga durata. Non certo facile dialogare con chi invade un Paese e distrugge ogni cosa incontri sul fronte: siano essi obiettivi strategici o città e villaggi che hanno la sola colpa di trovarsi sulla linea di tiro. Lo scenario della distruzione causata dai bombardamenti non è una invenzione, come non lo sono le fosse comuni e tutte le altre atrocità di cui si sente parlare.
La guerra è guerra. Quando si innesca il meccanismo della violenza non esistono più regole. Putin accusa gli americani di voler imporre agli Stati la loro democrazia e afferma che lo scopo delle sue “operazioni militari speciali” è quello di liberare l’Ucraina dal nazismo. Dall’altra parte gli americani, e gli inglesi, non lesinano complimenti a Putin: bullo di Mosca, macellaio, criminale…
È complicato capire quali siano le vere intenzioni di Putin, visto che dopo il fallimento della conquista lampo ha dovuto ripiegare su fronti diversi concentrando gli sforzi sul Donbass e su Odessa. Ma si pensa che il gioco di Putin fosse di raggio ben più ampio e che l’Ucraina sia un pretesto per obiettivi più importanti. Non va dimenticato che negli ultimi vent’anni ha incorporato la Cecenia, la Transnistria, la Crimea, parte del Donbass e ha imposto il suo controllo sulla Bielorussia. Il suo sogno sarebbe di ridare vita alla grande Russia, zarista, ma anche bolscevica.
Poiché il mondo è cambiato, ci sono Paesi emergenti ancora incerti sul loro futuro e sulle loro alleanze, ci sono la Cina e l’India, c’è tutto un mondo da riequilibrare. L’Ucraina rischia di essere il pretesto su cui si gioca una guerra in realtà molto più ampia tra l’Occidente e l’Oriente. Non si sa se ci saranno vincitori e vinti. L’Europa, dal canto suo, rischia di essere al rimorchio degli americani e della Nato, ma è anche quella che rischia di più. La scalata delle sanzioni fa male alla Russia ma ha riflessi dolorosi anche per l‘economia europea.
Sarebbe bene per tutti abbassare i toni per dare spazio alla diplomazia, soprattutto sarebbe opportuno tener conto anche di ciò che accade di fatto per avviare negoziati. È difficile convincere Putin, vista la sua pervicacia nell’imbarcarsi in una avventura che lo vede combattere contro mezzo mondo, ma è difficile anche convincere Zelensky, che insiste nel richiedere la testa di Putin al tribunale dell’Aia, nella convinzione di vincere la guerra. Non è facile neppure convincere americani e inglesi, per i quali l’impegno non è tanto quello di difendere l’Ucraina ma di sconfiggere la Russia.

Giovanni Barbieri