Non voglio più fare niente

Domenica 12 dicembre – III di Avvento
(Sof 3,14-18 – Fil 4,4-7 – Lc 3,10-18)

Basta, non voglio più fare niente. Ma lo voglio fare con passione, impegno e dedizione totale. Basta, non voglio fare niente perché non c’è bisogno di fare niente, perché tu Signore non mi chiedi niente, “gioire per me” è l’unica tua gioia, come dice il profeta Sofonia. Non sei un Dio che chiede sei un padre contento di me per quello che sono, per come vivo e respiro e mi muovo nel mondo. Non ti aspetti che io faccia nulla, tu gioisci per me e con me. Tu mi ami e questo basta, non devo fare altro, voglio solo sapermi fermare, desidero solo il coraggio di respirare a pieni polmoni questa vita che mi parla di Te, questa aria fredda che mi scende nel profondo degli occhi, questo profumo che mi scalda il cuore, questa storia che canta il mio essere al mondo, questo vento leggero che mi porta il suono della tua calda risata “esulterà per te con grida di gioia”, cosa voglio di più? Non è quello che basta per vivere? Sapere che qualcuno grida di gioia per il fatto che sei al mondo. Voglio fare niente, fermarmi e commuovermi di questo amore che costa nulla, chiede nulla, pretende niente e cambia la vita. Sì, la rinnova, la rende nuova “ti rinnoverà con il suo amore”. Voglio fare niente Signore, iniziare a fare niente, solo amare quello che incontrerò senza nemmeno cercarlo. Non voglio prevedere, impostare, pianificare, solo amare quel che viene, amare ogni cosa e stupirmi perché ogni cosa amata diventa nuova. Il mondo cambia se lo ami. E se non cambia, poco importa, cambia chi ama. Non voglio più fare nessuna cosa che non faccia rima con Amore. E non fare più quella domanda che compare nel Vangelo, interrogativo carico di ansia e sensi di colpa e visioni ubriache del divino, non fare più quella domanda che assedia il Battista nel Vangelo: “cosa vuoi che io Signore faccia per te?” Niente. Semplicemente e totalmente niente. Questa è la risposta. Appassionatamente niente.
Abbandona la tunica di troppo, smetti di agitarti per coperture, ruoli, definizioni, protezioni e appartenenze. Togliti la tunica, l’abito, le abitudini. Abbandona l’idiota pretesa di esigere dalla vita più di quanto è fissato perché è già più che sufficiente quello che c’è, perché senza che tu esiga niente hai già tutto. Cosa vuoi esigere più di un’alba o di un tramonto? E più di tutto quello che sta in mezzo ad ogni alba e ad ogni tramonto.
Abbandona la violenza, non maltrattare la vita, non estorcete niente mai, per nessun motivo, niente a nessuno. Impara a non forzarla la vita, lasciala venire, a lasciarla scorrere e sorridi grato e stupito. Non serve niente, nient’altro che questo. La vita che viene.

don Alessandro Deho’