Il mirabile segno del presepe
Succisa

“Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui”.

Gravagna San Rocco

Con queste parole inizia la lettera Apostolica “Admirabile signum” di papa Francesco sul significato e il valore del presepe con la quale ci esorta a mantenere “la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe, come pure la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze…”
Quest’anno abbiamo voluto mettere in risalto i presepi allestititi con passione e fantasia nelle chiese dei nostri paesi, come augurio e segno di comunione tra tutte le parrocchie della nostra montagna.

Gravagna San Bartolomeo

È questa una bella tradizione, da continuare e sviluppare, che ha origini molto antiche. Già nel quarto secolo troviamo a Roma nelle catacombe, immagini della natività, così come è documentato che già nei primi secoli del cristianesimo il giorno di Natale venivano esposte nelle chiese delle immagini religiose. Per molto tempo la rappresntazione del Natale avvenne solo nell’ambito artistico, con pitture e sculture di grande valore. Il primo presepe in senso stretto è considerato quello allestito da S. Francesco a Greccio nel 1223, anche se in realtà si trattava di una rappresentazione vivente dell’ambiente della natività all’interno di una caverna, con la presenza di un asino e un bue e una mangiatoia, ma senza la Sacra Famiglia. A partire da questo evento, nel Quattrocento si iniziò ad allestire presepi, soprattutto all’interno delle chiese, con statuine ed elementi tratti dall’ambiente naturale.

Arzelato

La tradizione di costruire presepi, partita dall’Italia centrale e dall’ Emilia Romagna, si diffuse un pò alla volta ovunque arrivando nel Cinquecento nel Regno di Napoli, e nel secolo successivo, nelle case dei nobili. Il vero grande sviluppo dei presepi si ebbe nel XVIII secolo, quando si formarono le grandi tradizioni presepistiche: napoletana, genovese, bolognese…

Torrano

In questa epoca si diffusero i presepi nelle case e l’usanza di allestire i presepi nelle chiese divenne capillare. Tra Otto e Novecento il presepe arrivò, infine, anche nelle case dei ceti sociali meno elevati e divenne una tradizione popolare attorno alla quale ruota la festività del Natale. Questa breve storia del presepe vuole essere un invito a non trascurare questa bella tradizione, perchè è un modo semplice e bello di trasmettere la fede, soprattutto ai bambini.
Come ho iniziato concludo con una frase di papa Francesco: “Cari fratelli e sorelle, il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede. A partire dall’infanzia e poi in ogni età della vita, ci educa a contemplare Gesù, a sentire l’amore di Dio per noi, a sentire e credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli grazie a quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria. E a sentire che in questo sta la felicità. Alla scuola di San Francesco, apriamo il cuore a questa grazia semplice, lasciamo che dallo stupore nasca una preghiera umile: il nostro ‘grazie’ a Dio che ha voluto condividere con noi tutto per non lasciarci mai soli”. Buon Natale.

don Andrea Forni