Per Mario Draghi si annunciano trappole dietro ogni angolo

Nel nuovo Governo ecco i primi distinguo tra gli “alleati” e forti polemiche su alcuni provvedimenti subito dopo il giuramento davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Nel primo incontro con i ministri il neo presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha presentato una scaletta delle priorità che attendono il governo. In cima alla lista, e non poteva essere diversamente, la pandemia e una “accelerazione sul piano vaccinale”; poi la riscrittura del Recovery plan, la vocazione ambientalista e gli appuntamenti già in agenda quali il blocco dei licenziamenti, l’Ilva ecc. Draghi si è poi soffermato sull’impostazione da dare alla nuova compagine “sociale e culturale” più omogenea possibile. “So che avete sensibilità diverse, ma abbiamo il dovere, non l’opzione, il dovere di essere uniti”.
E una sottolineatura particolare sulla comunicazione: “Parlate solo quando avete qualcosa di concreto da dire, siate sobri”. Una regola che in questi ultimi anni, non solo nei tempi recenti, è stata ampiamente disattesa, dai politici e non solo da essi. La raccomandazione è rivolta ai ministri, ma dovrebbe essere estesa anche a tutti i responsabili dei partiti che formano una maggioranza così composita e complessa che difficilmente riuscirà ad ottenere quella unità necessaria per affrontare la montagna che il Paese ha davanti.
Il governo Draghi ha appena visto la luce e già spuntano le prime spine. La decisione del ministro della Salute sulla chiusura, quasi senza preavviso, degli impianti sciistici e di tutto ciò che a questi è collegato ha subito innescato la prima polemica. La scelta è dolorosa, ma bisognerebbe anche ricordare che da due settimane non c’era governo, che ci sono regioni che sono tornate in zona arancione (Abruzzo, Liguria, Toscana e Trento) e la provincia di Bolzano addirittura in zona rossa.
Se la lotta alla pandemia è la priorità del momento Salvini non si è fatto mancare l’occasione per sostenere le (giuste) proteste degli addetti ai settori colpiti. Già che c’era però ha pensato bene di dire la sua anche su Arcuri, oggetto di molte critiche da più parti, e sul consulente del ministro della Salute, Walter Ricciardi, colpevole di aver auspicato un nuovo lockdown.
Il segretario della Lega forse non si è ancora reso conto di far parte del Governo o lo sa ma fa finta di niente per continuare a cavalcare la protesta. Il suo intervento però può anche essere il segno di un malessere serpeggiante nel partito da lui guidato di chi non vede di buon occhio una partecipazione governativa a fianco degli odiati “nemici” di sempre: la sinistra.
Su questo piano comunque Salvini è in buona compagnia. Liberi e Uguali, già con numeri esigui, rischiano la spaccatura. Il Movimento 5 Stelle non riesce a digerire il fallimento del Conte 2 e pur davanti al mandato della votazione sulla piattaforma Rousseau ci sono deputati e senatori che minacciano di astenersi o addirittura votare contro la fiducia al Governo. Il M5S è in piena fibrillazione e non si sa quando e se riuscirà a ricompattarsi e a trovare un minimo di identità.
Il Pd da parte sua si è trovato spiazzato dalla crisi e non tutti hanno gradito il sostegno a Conte (il punto più alto di mediazione attuale) per poi aderire immediatamente all’appello di Mattarella e alla convocazione di Draghi. Per motivi diversi sono soddisfatti della piega della situazione Renzi, Berlusconi e Meloni. A dire la verità la soddisfazione di Renzi è abbastanza patetica in quanto non essendo più l’ago della bilancia non avrà più la forza contrattuale di prima e probabilmente sarà destinato ad una certa insignificanza.
Chi veramente può dirsi contento è Berlusconi che ha potuto fare il suo rientro “trionfale” a Roma ed ha visto realizzato quello che da tempo cercava di ottenere, cioè un governo di larghe intese. E anche gli scontenti che pure ci sono in Forza Italia si adegueranno. La Meloni con Fratelli d’Italia è l’unica reale opposizione a questo frastagliatissimo governo.
Per Mario Draghi, soprattutto per il Paese, i dolori nasceranno proprio nel cercare di mediare tra forze che non hanno mai saputo trovare un’intesa e che su molti degli argomenti in agenda hanno posizioni contrastanti. L’ex presidente della BCE ha sintetizzato il programma in sette obiettivi e su quasi tutti ci sono motivi di contrasto: l’economia green, che prevede un investimento di circa 77 miliardi di euro, diventa centrale; poi c’è l’innovazione e la rete a banda ultra larga con la riforma, tra l’altro, della Pubblica Amministrazione, quelle della scuola e della giustizia alle quali si aggiungono le priorità sull’accelerazione dell’avvio dei cantieri (con la riforma delle norme sugli appalti) e il piano per la vaccinazione. Le trappole sono dietro ogni angolo del sentiero.
Toccherà a Draghi convincere anche i più riottosi a lasciare da parte gli interessi di partito e personali per mettersi sul serio a servizio di un Paese che veramente non ne può più, non soltanto della crisi pandemica, economica e sociale. La politica sta mettendo in gioco la poca credibilità di cui ancora gode. I tecnici sono chiamati a cercare di dare soluzione a problemi su cui la politica ha fallito. (G.B.)