Approvato nel 2017 dall’Onu: firmato da 86 Stati, ad oggi ratificato da 51
Avendo raggiunto il numero sufficiente di ratifiche da parte degli Stati, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari, approvato dall’Onu nel 2017, è entrato in vigore lo scorso 22 gennaio. A 75 anni dal loro primo utilizzo a Nagasaki e Hiroshima, le armi nucleari diventano così illegali. Il cammino è stato lungo e solo il 7 luglio di quattro anni fa l’Assemblea dell’Onu era riuscita ad approvare, con 122 sì, il trattato che vieta l’utilizzo, lo sviluppo, i test, la produzione, la detenzione, il trasferimento, la ricezione, la minaccia di impiegare, l’installazione o il dispiegamento di armi nucleari.
Ora l’approvazione definitiva: finora 86 nazioni lo hanno firmato; di queste, 51 sono giunte alla ratifica. Finora l’unico accordo in atto era quello denominato New Start, tra Stati Uniti e Russia: prevede un limite per ambedue le parti di 1.550 tra testate e bombe nucleari e sembra che verrà protratto. L’intenzione era quella di limitare gli armamenti nucleari, ma è soltanto un palliativo, vista la potenza distruttiva di questo tipo di armi. Il nuovo trattato, purtroppo, vincola soltanto i Paesi che lo hanno ratificato ma dà vigore alla posizione internazionale contro le armi nucleari e, anche se non ci sono sanzioni per i Paesi che lo violano, tuttavia questi possono essere esposti a contraccolpi economici o di immagine per il sostegno ad armi vietate dall’Onu.
Sono 9 i Paesi muniti di arsenali nucleari ed è bene ricordarli: Russia e Usa 1.500 testate; Cina 320; Francia 290; Regno Unito 195; Pakistan 160; India 150; Israele 90; Nord Corea 35. In Europa, inoltre, vi sono circa 150 armi nucleari sotto la diretta disponibilità degli Stati Uniti, immagazzinate in Belgio, in Germania, in Italia, in Olanda e in Turchia. I Paesi che non hanno sottoscritto il Trattato sono, oltre naturalmente ai possessori di questi arsenali, la maggior parte dei Stati membri dell’Unione Europea e della Nato.
Fino ad oggi, in Europa soltanto Austria, Irlanda, Santa Sede, Malta e San Marino lo hanno ratificato. In pratica, chi si è detto contrario è il mondo ricco, il mondo occidentale accompagnato da qualche altra potenza che ha voglia di emergere nel panorama politico.
Non è un bel vedere. È certo che gli ingenti capitali spesi per questo tipo di attività non portano progresso umano e tolgono enormi potenzialità alla lotta alla fame e alla povertà. Papa Francesco lo ha evidenziato anche nell’ultimo messaggio per la Giornata della Pace, ricordando la necessità di creare, con i soldi degli armamenti, un fondo mondiale per la lotta alle povertà.
Il Trattato, da buoni sudditi del politicamente corretto, è stato quasi ignorato da tutte le testate sia cartacee che radiotelevisive. Eppure, da sondaggi svolti in Italia e in Belgio, oltre l’80% delle persone sono a favore del disimpegno nucleare.