Papa Francesco: il fuoco di Dio soffocato dalla cenere dell’ipocrisia

L’omelia e la catechesi del Santo Padre all’inizio della Quaresima

10Papa_Ceneri2L’inizio della Quaresima è stato segnato da due interventi di Papa Francesco: l’omelia alla Messa delle Ceneri e la catechesi all’Angelus della prima domenica di quel tempo forte. Nelle due occasioni il Papa ha proposto riflessioni legate all’opportunità offerta dalla Quaresima per “fare pulizia” e mettere ordine nella nostra vita, riscoprendo una fedeltà alla Parola di Dio che spesso smarriamo, travolti dal ritmo frenetico imposto alla nostra vita.
“Vite ridotte in cenere. Macerie, distruzione, guerra. Vite di piccoli innocenti non accolti, vite di poveri rifiutati, vite di anziani scartati. Continuiamo a distruggerci, a farci tornare in polvere”. È la fotografia scattata dal Papa, nell’omelia della messa delle Ceneri celebrata a Santa Sabina.
“E quanta polvere c’è nelle nostre relazioni!”, ha esclamato Francesco a proposito delle “polveri di morte” che vediamo, se ci guardiamo attorno. “Guardiamo in casa nostra, nelle famiglie”, l’invito: “Quanti litigi, quanta incapacità di disinnescare i conflitti, quanta fatica a chiedere scusa, a perdonare, a ricominciare, mentre con tanta facilità reclamiamo i nostri spazi e i nostri diritti!”.
10Papa_Ceneri1“C’è tanta polvere che sporca l’amore e abbruttisce la vita”, la tesi del Papa: “Anche nella Chiesa, la casa di Dio, abbiamo lasciato depositare tanta polvere, la polvere della mondanità”. “E guardiamoci dentro, nel cuore: quante volte soffochiamo il fuoco di Dio con la cenere dell’ipocrisia!”, l’altro ammonimento papale: “L’ipocrisia: è la sporcizia che Gesù chiede di rimuovere oggi nel Vangelo. Infatti, il Signore non dice solo di compiere opere di carità, di pregare e di digiunare, ma di fare tutto questo senza finzioni, senza doppiezze, senza ipocrisia. Quante volte, invece, facciamo qualcosa solo per essere approvati, per il nostro ritorno di immagine, per il nostro ego! Quante volte ci proclamiamo cristiani e nel cuore cediamo senza problemi alle passioni che ci rendono schiavi! Quante volte predichiamo una cosa e ne facciamo un’altra! Quante volte ci mostriamo buoni fuori e coviamo rancori dentro! Quanta doppiezza abbiamo nel cuore… È polvere che sporca, cenere che soffoca il fuoco dell’amore”.
All’Angelus della I domenica di Quaresima il Papa, commentando le risposte che Gesù oppone alle tentazioni proposte da Satana, dice che “questo ci insegna una cosa: Gesù non dialoga con il diavolo. Gesù risponde al diavolo con la Parola di Dio, non con la sua parola”. No, dunque, alla tentazione di dialogare con il tentatore; Gesù, ricorda Francesco, scaccia via il diavolo, oppure “risponde con la Parola di Dio. State attenti: mai dialogare con la tentazione, mai dialogare con il diavolo”.
10Papa_Ceneri3Con la seconda tentazione il diavolo chiede a Gesù di sperimentare la fiducia nella potenza di Dio – “chi crede sa che Dio non lo si mette alla prova, ma ci si affida alla sua bontà”, dice Francesco – e con la terza “il maligno vorrebbe distogliere Gesù dal portare a compimento la sua missione, offrendogli una prospettiva di messianismo politico”. Gesù respinge “l’idolatria del potere e della gloria umana”.
Il progetto di Satana consiste nel convincere che c’è una strada diversa, quasi una scorciatoia, che non richiede l’obbedienza. La domanda di fondo allora è: perché la Quaresima, la croce? Benedetto XVI rispondeva così a questo interrogativo: “esiste il male, anzi, il peccato, che secondo le Scritture è la causa profonda di ogni male”. E aggiungeva che se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo, non si può parlare di peccato: “quando si nasconde il sole, spariscono le ombre; l’ombra appare solo se c’è il sole; così l’eclissi di Dio comporta necessariamente l’eclissi del peccato”.
Anche oggi, ricorda Papa Francesco “Satana irrompe nella vita delle persone per tentarle con le sue proposte allettanti; mescola la sua alle tante voci che cercano di addomesticare la coscienza. Da più parti arrivano messaggi che invitano a ‘lasciarsi tentare’ per sperimentare l’ebbrezza della trasgressione”. La tentazione è, dunque, il tentativo di percorrere vie alternative a Dio”, vie che “ci danno la sensazione dell’autosufficienza, del godimento della vita fine a se stesso. Ma tutto ciò è illusorio: ben presto ci si rende conto che più ci allontaniamo da Dio, più ci sentiamo indifesi e inermi di fronte ai grandi problemi dell’esistenza”.
Di qui l’invito a “essere vigilanti di fronte alle tentazioni, a non sottometterci ad alcun idolo di questo mondo” seguendo Gesù nella lotta contro il male.