Basta che arrivi maggio!

12europa_unitaC’è un fantasma politico che si aggira per l’Europa e con particolare insistenza in Italia: si tratta del prossimo appuntamento elettorale europeo in programma per il mese di maggio 2019. Come tutti i fantasmi, è difficile che si manifesti in modo tale da essere visibile in modo certo. Va e viene nelle cronache politiche e nei talk show: sbandierato dagli oppositori, negato da chi sta al governo.
Maggio, per la politica, è a un tiro di schioppo. Ad esso potrebbe esser legata tutta la strategia dell’attuale governo italiano, nato da un forzato accordo tra due soggetti politici e da molti pronosticato di breve durata.
La svolta potrebbe proprio essere rappresentata dalle elezioni europee della prossima primavera: una conferma di entrambi o la prevalenza di uno sull’altro potrebbero fare davvero la differenza in tema di durata della legislatura. In tal modo si potrebbe spiegare la manovra economica annunciata.
Poco importa se certi provvedimenti non dovessero poi reggere alla realtà, basta che possano superare la scadenza di maggio.
Si potrebbero, così, spiegare anche le cifre sul deficit e la crescita economica proiettate su tre anni. Intanto, sfidiamo chiunque tra i normali cittadini a ricordare cosa aveva detto tre anni fa il governo allora in carica riguardo alle prospettive di crescita del Paese; in più, parlare di Pil in crescita e di rapporto deficit Pil in calo nel 2019 e, ancor più, nel 2020 potrebbe risultare essere poco più che un esercizio fine a se stesso.
A limitare in parte la correttezza di questo ragionamento sta il fatto che, storicamente, le Europee sono elezioni “deboli”, che non hanno mai “incendiato” gli animi dei cittadini chiamati al voto. Questa volta, però, potrebbe essere diversa.
La domanda che sta togliendo il sonno a non pochi politici riguarda la tenuta delle rappresentanze popolari e socialiste che, sia pure a fasi alterne, hanno governato fino ad oggi l’Ue. Oggi tale predominio è messo in forte discussione dalla crescita dei partiti definiti “populisti”, comunque di destra, con pochi rapporti con il centro (meno che meno con le sinistre): questi potrebbero rappresentare il nuovo ago della bilancia dell’Europa unita del futuro.. se l’istituzione dovesse sopravvivere alle spallate nazionaliste.
In mezzo a tutto ciò sta il futuro dei cittadini, italiani e di tutto il continente, e non è cosa da poco!

Antonio Ricci