
Il Paese nordafricano colpito da un sisma di magnitudo 6,8

Il quadro è quello solito che si presenta all’indomani di una catastrofe sismica. Così è stato anche per il Marocco colpito, nella notte di venerdì scorso, da una scossa di terremoto di magnitudo 6.8, registrata a circa 70 km da Marrakech, a 10 chilometri di profondità. Dalle poche centinaia di vittime rilevate nelle prime ore, nei giorni successivi il bilancio si è fatto sempre più grave, fino a superare le 2.500 persone morte (ma le Nazioni Unite hanno stimato che si arriverà a cifre ben superiori) e almeno altrettanti feriti.
Nell’Angelus di domenica 10, Papa Francesco ha espresso con dolore la solidarietà “a coloro che sono toccati nella carne e nel cuore da questa tragedia”, augurandosi la pronta guarigione per i feriti.
Continua la corsa contro il tempo, sempre più disperata, per cercare d’estrarre ancora feriti dalle macerie. Le tende precarie allestite alla meno peggio dai sopravvissuti sono occupate in prevalenza da donne e bambini.
Scarsi sono i mezzi di soccorso e in tanti casi è ancora impossibile raggiungere i luoghi più isolati. Si tratta di villaggi di montagna rasi al suolo, dove le squadre dei soccorritori che riescono ad arrivare sono accolte da una situazione estremamente difficile. In questo contesto, gli aiuti governativi internazionali accettati da Rabat, sono solo quelli di Spagna, Gran Bretagna, Qatar ed Emirati Arabi Uniti.

I danni maggiori sono da registrare nei villaggi di montagna, non lontano da Marrakech, dove le case tradizionali di pietre e terra si sono trasformate in cumuli al suolo quasi uniformi: molti sono gli abitanti che sono rimasti uccisi in questo modo; gli altri sono feriti o ancora dati per dispersi.
In questa tragedia, una buona notizia per il nostro Paese: non risultano vittime italiane e, chi ha voluto è già potuto rientrare in Italia tramite voli organizzati dalla Farnesina. Importanti dimostrazioni di solidarietà e impegno di aiuto nei confronti del Marocco sono giunte dai Paesi africani attraverso l’organismo continentale – l’Unione Africana (Ua) – del quale Rabat era tornata a far parte nel 2017 dopo uno scontro politico sulla questione del Sahara occidentale.
Agenzia Dire riferisce che ad inviare un messaggio di cordoglio al re Mohammed VI è stato anzitutto Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Ua, che ha sede nella capitale etiope Addis Abeba. Vicinanza anche dalla Nigeria che, ha dichiarato il presidente Bola Tinubu, “continuerà a essere solidale con il Marocco quando il Paese si riprenderà, sarà ricostruito e diventerà ancora più forte di prima di questo evento sciagurato”. La Croce Rossa Italiana – che si è dichiarata “pronta a portare aiuto e soccorsi”, ha aperto, tramite il suo sito web, una raccolta fondi per aiutare la mezzaluna rossa marocchina a soccorrere la popolazione così tragicamente colpita dal terremoto.
Antonio Ricci