
Dopo Grecia e Turchia ha investito il Paese nordafricano con conseguenze devastanti

Continua ad inanellare record su record questa estate catalogata come la più calda di sempre. Non c’è più spazio per le discussioni tra ambientalisti e negazionisti di fronte ai fatti che sconvolgono di mano in mano nuovi Paesi in aree del mondo molto distanti tra di loro.
Dopo gli incendi favoriti da una siccità che ormai raggiunge anche territori fino a ieri “temperati”, ci ha pensato il ciclone Daniel a portare gravi disagi (con vittime tra gli abitanti e distruzioni a case, strade e terreni coltivati) in Grecia e Turchia. Disagi che sono andati a coinvolgere anche i migranti che scelgono quelle rotte, costretti a stare giorni interi sotto la pioggia battente e al freddo.
Da lunedì’ scorso, poi, l’uragano si è spostato sulla Libia orientale, dove – con venti da 180 chilometri all’ora e precipitazioni tra i 50 e i 250 millimetri cubi – ha causato danni enormi, ancora non quantificabili per l’entità (né per i decessi né per i territori) ma certamente molto gravi per un Paese già alle prese con una grave crisi economica.
Ad essere travolta è stata la Cirenaica, in particolare la città di Derna, un centro che conta più di 100mila abitanti, ora sommerso da metri di acqua anche a causa del crollo di due dighe costruite sul fiume Wadi, a monte della città. l’onda di piena che ne è derivata ha sommerso strade e case.
La conta dei danni è resa complicata anche dal fatto che la zona è al centro di una disputa sul suo controllo da parte di due amministrazioni tra loro nemiche, il che favorisce la prepotenza delle milizie armate presenti in quei territori. Il mancato riconoscimento reciproco delle varie amministrazioni complica anche l’invio di operazioni di soccorso da parte di Paesi stranieri.
In questo caso, pero, le richieste di aiuto da parte delle amministrazioni comunali per un intervento internazionale urgente ci sono e si può solo sperare che ciò avvenga nel più breve tempo possibile.
(a.r.)