Doppio appuntamento con Shakespeare nei teatri della Lunigiana

Shakespeare: “Il mercante di Venezia” è andato in scena al Quartieri di Bagnone, il “Re Lear” alla Rosa di Pontremoli

re_learDoppio appuntamento con William Shakespeare nei teatri lunigianesi di Bagnone e Pontremoli. Sono stati infatti recentemente portati sulla scena due celebri opere del grande drammaturgo e poeta inglese che dimostrano anche la poliedricità della sua produzione che svaria nei diversi campi dell’opera teatrale; al “Quartieri” di Bagnone è stata rappresentata una delle sue più note commedie “Il mercante di Venezia” mentre “alla Rosa” di Pontremoli è andata in scena la celebre tragedia “Re Lear”.
Primo appuntamento venerdì 10 marzo a Bagnone con “Il mercante di Venezia”, opera che sviscera il contesto della città lagunare nel XVII secolo. La commedia scritta fra il 1596 ed il 1598 rappresenta la seconda tappa del lungo iter shakespeariano ed evidenzia gli aspetti più visibili che caratterizzano gli uomini. Senza distinzione di ieri e di oggi. Temi che includono l’uguaglianza, la libertà religiosa, la misericordia, il perdono, l’amicizia e l’amore che permane il grande motore che fa girare la Terra. Valori che non conoscono tramonto, purtroppo, spesso, calpestati poiché l’egoismo umano è sempre in agguato. Il tutto in uno spettacolo di grande pathos in cui l’autore miscela con intelligenza e grande sapienza tempo classico e contemporaneo. La parte finale contiene una filippica contro gli errori commessi dal cristianesimo attutiti da una “misericordia laica” che ben si coniuga con quella di Dio. Spetta a ciascuno di noi accogliere chi è diverso, per mille motivi, costruendo ponti idonei per dialogare, dare accoglienza, amare uccidendo l’intolleranza e l’indifferenza. Ostacoli che, a distanza di molte primavere, permangono precludendo la nascita di un mondo più equo e solidale. A vantaggio dell’intera umanità. L’adattamento è stato curato da Giacomo Fanfani sotto la regia di Paolo Biribò e Marco Toloni con un risultato soddisfacente siglato da applausi ripetuti. Anche durante il matinée riservato agli studenti delle scuole superiori.
Secondo appuntamento con il grande bardo domenica 12 marzo alla Rosa con il “Re Lear” portato sulla scena dalla gruppo del Teatro Popolare d’Arte, l’ensemble guidato da Gianfranco Pedullà, che ne ha curato la regia e la riduzione del testo. Tra le molteplici chiavi di lettura dell’opera, Pedullà predilige quello del passaggio delle generazioni, tema complesso e delicato, decisamente attuale nella nostra confusa epoca postmoderna. Re Lear si potrebbe definire come la tragedia di padri e figli puniti da passioni momentanee e da troppa ambizione, vittime delle proprie azioni e del fato. La riflessione di Pedullà si spinge sui legami di solidarietà fra generazioni che si spezzano, lasciando spazio al solo individualismo. Da qui nasce questo scontro tra genitori e figli, in una sfida senza senso e senza tra vincitori, nel quale si compongono i tasselli del vasto universo shakespeariano. E dall’alto di questo mondo si possono osservare, in un solo colpo d’occhio, le miserie e le grandezze dell’uomo. Una scenografia scarna ma suggestiva, con delle vele strappate che sembrano simboleggiare lo squarcio negli affetti e nella solidarietà fra generazioni, che da vita ad uno spettacolo quasi barocco, intriso di oscurità e di urla e follia. Una bella prova corale di tutto il cast (senza troppa attenzione alla dizione ma più all’espressività della recitazione) da segnalare l’intensa interpretazione di Giusi Merli che dà voce a un Re Lear quasi stregonesco, con i capelli albini ed una vistosa corona di ferro, la cui arcaica follia dà il senso di una società che le giovani generazioni sono determinate a soppiantare.

(Ivana Fornesi)