Il Patto Abramo che stronca la speranza

Firmato tra Israele, Emirati Arabi e Bahrein: i Palestinesi non avranno una patria

47GerusalemmeSi diceva insormontabile il contrasto tra Israele e i paesi arabi e invece il 15 settembre alla Casa Bianca è stato firmato il Patto Abramo, un accordo tra Israele, Emirati Arabi e Bharein sotto lo sguardo trionfante di Trump.
Il presidente americano con l’aiuto del genero Kushner ha preparato da tempo l’accordo “Abramo” (denominazione in omaggio alle religioni abramitiche dei firmatari) e ora spera che sia evento utilissimo a fargli risalire il consenso messo in crisi dalla sua cattiva gestione della pandemia, dalla crisi economica e dalla nuova esplosione della questione razziale. Si compiace di essere artefice di un evento fondamentale per la pace e nuovi equilibri nell’inquieto Medio Oriente, ritiene che presto aderirà anche l’Arabia Saudita.
Certamente l’accordo (dopo quello con Egitto del 1978 e con Giordania del 1994) rafforza le alleanze strategiche e la cooperazione, istituisce relazioni diplomatiche, collegamenti aerei tra il fronte arabo sunnita e Israele e isola ancor più l’Iran sciita con gli alleati Hezbollah, la tormentata Siria, Jihad islamica. Giova molto al primo ministro israeliano Netanyahu in caduta di consenso per un processo di corruzione. Il realismo ha preso il posto del sogno di risolvere la questione dei palestinesi, popolo senza uno Stato: lo avevano fatto sperare gli accordi del 1993 tra Rabin e Arafat capo dell’OLP palestinese. Ora gli Arabi hanno abbandonato la posizione pregiudiziale che per fare intese con Israele si dovessero prima risolvere definitivamente le questioni dell’occupazione israeliana sui territori palestinesi, dei confini, di Gerusalemme Est, dei rifugiati e delle risorse idriche. Hanno deciso di pensare ai propri interessi strategici ed economici, a opportunità finanziarie, tecnologiche, turistiche: il ministro degli Esteri degli Emirati ha fatto cadere quelle condizioni preliminari e ritiene sufficiente la promessa d fermare l’espansione di coloni israeliani nei territori palestinesi: quasi nulla. Se i palestinesi continueranno a rifiutare un impari accordo con Israele peggio per loro!
La roboante retorica trumpiana parla di pace, di “giorno storico”: la firma dell’accordo Abramo darà un diverso futuro alle nuove generazioni e prosperità e sicurezza, ma è vittoria del mercato selvaggio che sta inquinando il mondo, è la morte della solidarietà araba, per quanto poco efficace sia stata in passato.
I veri sconfitti sono ancora una volta i palestinesi, i moderati di Al Fatah e i radicali di Hamas detenuti nel lager della striscia di Gaza; insieme gridano al tradimento da parte degli Arabi e invocano una pressione dell’Ue su Israele. La questione palestinese perde centralità nell’agenda diplomatica globale, nell’opinione pubblica e nei media. L’accordo non piace ai democratici statunitensi, lo ritengono manovra elettorale a favore di Trump. (m.l.s.)