Gli elettori hanno confermato la riduzione dei parlamentari

Con 69,64% di ‘sì’ e 30,36% di ‘no’. Quasi 25 milioni di votanti, 53,84%

RGB baseUn’Italia divisa in due è quella che appare all’esame dei risultati del referendum sulla legge che riduce il numero dei parlamentari. Detto che il risultato, nonostante i mal di pancia degli ultimi giorni, non è mai stato in discussione, bisogna anche dire che l’instabilità politica che caratterizza questi tempi ha di fatto ridotto il distacco che sembrava esserci in piena estate tra il ‘sì’ e il ‘no’.
D’altronde, pur dando atto al M5S di essere stato il più convinto assertore di questa scelta, riesce difficile accettare che Di Maio possa prendersi più meriti del necessario: stante l’abisso esistente tra i voti racimolati alle regionali e la valanga referendaria di ‘sì’, è chiaro che da quella parte siano stati molti elettori che con il movimento niente hanno a che fare.
36CameraA questo proposito è interessante il dato emergente da alcuni sondaggi, secondo i quali, a livello di appartenenza politica dei ‘sì’ e dei ‘no’ ci sarebbe più di una incongruenza. Scontato il 100% degli elettori Cinque Stelle, quelli del Partito Democratico (schierato ufficialmente da Zingaretti sul ‘sì’), sarebbero divisi quasi a metà; la risposta positiva al quesito prevale (60%) per Forza Italia e per Fratelli d’Italia e sale quasi al 70% per la Lega.
Un panorama, quindi, molto frastagliato. Ma si diceva della divisione del Paese: ancora una volta è tra Nord (meno “caldo” nei confronti del ‘sì’) e Sud (con tutte le regioni ampiamente al di sopra della media nazionale di ‘sì’). Si va dal 60% scarso di ‘sì’ del Friuli al quasi 80% del Molise, al 77% di Calabria e Campania, al 75% di Puglia, Basilicata e Sicilia. Solo il Trentino, al Nord, è sopra la media. Il grosso del lavoro, comunque, inizia da oggi: nei prossimi mesi, infatti, le forze politiche si dovranno impegnare a trovare la quadratura del cerchio per le modifiche indispensabili a rendere operativo il taglio dei parlamentari.
Da una nuova legge elettorale al ridefinizione dei collegi, sarà un tour de force che in passato ha fatto sudare le proverbiali sette camicie: sarà la prova del nove della serietà degli intenti.

(a.r.)