
Mons. Santucci ha chiesto un approfondimento su adolescenti e preadolescenti
È suonata la prima campanella e anche la Chiesa apre le porte sul mondo della scuola: il Vescovo Giovanni, attraverso gli insegnanti di religione (IRC), vuole conoscere meglio i giovani studenti. Lo ha detto in più occasioni e così l’Ufficio Scuola diocesano ha avviato la macchina organizzativa. Attraverso i tre referenti zonali per l’IRC è stato inviato agli insegnanti di religione, in particolare a coloro che operano nelle scuole di 1° e 2° grado, un questionario per conoscere la situazione degli adolescenti e preadolescenti.
“Non si tratta di una vera e propria ricerca sociologica – ha spiegato il direttore don Mario Tucci – ma un feedback maturato sul campo, che gli stessi insegnanti offrono all’attenzione del Vescovo e quindi della chiesa locale”. L’iniziativa, fortemente voluta dal Vescovo, si concretizzerà nel mese di ottobre in una serie incontri con gli insegnanti, i quali avranno così l’opportunità di esporre direttamente la loro esperienza.
“È una novità di non poco conto – ha commentato il direttore Walter Fiani -. Si parla spesso dei giovani, ma chi li conosce davvero sono gli insegnanti, che li incontrano ogni giorno sui banchi di scuola; da loro può venire un aiuto a mettere, ancora di più, la Chiesa in ascolto di questa realtà”.
Se ci sono persone che, nella Chiesa, sono maggiormente a contatto con i giovani sono proprio gli IRC che svolgono un ruolo educativo indispensabile nella scuola, proponendo un approccio esistenziale alla cultura cristiana e religiosa in genere, riconosciuta dallo Stato come “parte fondamentale della crescita umana” delle nuove generazioni.
Lo ha ricordato più volte il Santo Padre Francesco nella esortazione “Christus vivit” del 2019: “La scuola è senza dubbio una piattaforma per avvicinarsi ai bambini e ai giovani. Essa è luogo privilegiato di promozione della persona e per questo la comunità cristiana ha sempre avuto per essa grande attenzione”.
I questionari inviati a tutti gli IRC delle zone di Massa, Carrara e Pontremoli propongono, con domande mirate, strumenti critici e pedagogici, il mondo giovanile, preso così come è, cercando di far emergere i bisogni e le attese che abitano il cuore dei giovani. Ogni docente potrà raccontare a mons. Santucci la sua esperienza e, nello stesso tempo, condividere con i colleghi quanto sperimentato in classe. Ciò metterà in circolo idee e progetti, con la consapevolezza che qualsiasi iniziativa, anche di carattere pastorale, non può essere assunta se prima non si fanno i conti con la realtà.
Nella scuola si incontrano i giovani: è vero che di essi si ha un’immagine “settoriale”, cioè legata al particolare contesto educativo, e non “complessiva”. Ma la scuola rappresenta una componente fondamentale per gli adolescenti e quindi scoprire, attraverso di essa, quali dinamiche agiscono nelle loro scelte, quali spazi di libertà consentono una esperienza della responsabilità e l’esercizio di uno spirito critico, è già un bel passo avanti.
Per comprendere meglio il tenore dell’iniziativa riportiamo quanto proposto da uno dei referenti zonali ai propri colleghi: “Il nostro vescovo ha chiesto l’aiuto di tutti gli IdR. Perché il nostro aiuto? La nostra vicinanza coi ragazzi ci rende preziosi strumenti di conoscenza del loro mondo. Divisi fra amici, famiglia e scuola, cosa desiderano in realtà? A cosa aspirano? Cosa ci dicono davvero con le loro parole, le loro azioni, il loro ESSERE ed ESSERCI? Una nostra riflessione su queste domande, da presentargli nell’incontro che si farà con lui, è quanto ci chiede, per permettergli di conoscere meglio la realtà giovanile diocesana. Ogni singolo contributo, che è comunque volontario, sarà inserito in un documento che faremo pervenire al vescovo e che sarà oggetto di ulteriori riflessioni. Credo sia una gran bella occasione!”.
R.B.