
A Treschietto una giovane punta sui prodotti sostenibili e della tradizione

L’Appennino Tosco-Emiliano è stato, da sempre, una formidabile cerniera tra il Nord padano, la penisola e il mare. Punto di incontro di civiltà e di cucine dai sapori eterogenei. L’ostello “La stele” di Treschietto e la stessa intera frazione possono considerarsi, a pieno titolo, “porta del Taro”. Anche per questo la giovane Caterina Sarti, (nella foto in alto) treschiettese “doc” ha deciso di aprire un’Azienda agricola nel totale rispetto della sostenibilità ambientale bene amalgamata con la passione per l’arte culinaria di cui è già esperta. Il suo obiettivo è quello di portare sulle nostre tavole prodotti di qualità, a km 0, che permettano ai buongustai di riscoprire il gusto autentico delle tradizioni locali senza, ovviamente, chiudere la porta al nuovo che avanza. Una giovane donna che non si ferma davanti alle inevitabili difficoltà, anzi quella della pandemia da Covid-19 e del lockdown sono state sfide impegnative per prepararsi, con entusiasmo, alla realizzazione del sogno, a lungo accarezzato, ossia un’attività tutta sua, sostenuta dalla famiglia, per la salvaguardia di abitudini e consuetudini agroalimentari.

Negli ultimi anni, va detto, che agricoltura e settore agroalimentare sono stati fra i segmenti più attrattivi per le giovani generazioni. è la scommessa su cui continua a puntare il Governo affinchè tutto ciò si confermi sempre e di più come un paradigma produttivo ed occupazionale per il Paese, come ha ribadito il sindaco di Bagnone Carletto Marconi che, essendo pure lui di Treschietto, non può che essere soddisfatto della scelta di Caterina, la quale ha partecipato ad un bando regionale riservato ai giovani imprenditori. “Un Progetto, dice con gli occhi che le brillano, cominciato nel 2016, un iter non scevro da impegno che mi ha permesso l’agognata apertura dell’Azienda, dopo la costruzione dello stabile. Per ora cucino le note torte d’erbi con ingredienti naturali che cerco nei campi senza tralasciare la cipolla di Treschietto, alquanto apprezzata e conosciuta. Coltivo lamponi e presto arriveranno i belati delle pecore. L’anno prossimo vorrei proporre “degustazioni in giardino”, mentre il laboratorio di trasformazione permetterà di predisporre cibo da asporto restando sempre sulle prelibatezze del luogo. Anche perché, conclude Caterina, “non potrei tradire nonna che mi ha trasmesso l’amore per i fornelli”. A Caterina, esempio per tanti giorni in cerca di occupazione, auguriamo di giocare da protagonista la bella, importante partita appena iniziata.
Ivana Fornesi