Regionali: le liste nella nostra Provincia

In 54 a sostegno dei sei candidati presidenti. Dodici le candidature lunigianesi

jpgLa carica dei 54. Tanti sono i candidati nella nostra provincia alle prossime elezioni regionali della Toscana che si terranno il 20 e 21 settembre. Un numero che però è ancora in bilico, nonostante la chiusura della presentazione delle liste, in quanto è incerta la presenza alla tornata elettorale di “Patto per la Toscana” che appoggia la candidatura a presidente di Roberto Salvini. Infatti la Corte di Appello di Firenze ha per il momento escluso la lista perché il simbolo potrebbe indurre in errore gli elettori, vista l’omonimia con il leader della Lega Matteo Salvini. Ora, se chiamarsi Salvini non può certo essere una “colpa”, e ovviamente non esiste un marchio registrato che tuteli il “Salvini originale”, per così dire, il rischio di fare confusione in effetti esiste. Ecco perché l’ufficio della Corte d’Appello ha chiesto ai responsabili di modificare il simbolo. Dopo aver respinto questa richiesta, i rappresentanti della lista hanno deciso di ricorrere al Tar per far riammettere il proprio simbolo nella scheda elettorale. Una battaglia a “carte bollate” che però non sposta l’interesse per questa contesa elettorale che, sulla carta, si annuncia più serrata che mai in quanto, pur essendo favorito nella contesa il candidato del centrosinistra, Eugenio Giani, la rappresentante del centrodestra, Susanna Ceccardi, non appare battuta in partenza.

I sei candidati presidenti con le liste che li appoggiano e i candidati della nostra Provincia
I sei candidati presidenti con le liste che li appoggiano e i candidati della nostra Provincia

Andiamo ora un po’ più da vicino ad analizzare la situazione nella nostra Provincia che esce da questa consigliatura con un unico rappresentante a Firenze, Giacomo Bugliani, che cerca la conferma del suo ruolo, capolista del Partito Democratico, e in “odore” di un importante incarico (assessore?) nell’eventuale giunta Giani. Ma chiaramente per supportare questa ipotesi avrà bisogno del conforto dei consensi. Così come ne avranno bisogno i tanti lunigianesi che sono presenti a questa tornata regionale, ben dodici. Due nel Partito Democratico: Francesco Micheli, consigliere comunale di minoranza a Licciana Nardi ed Elisabetta Sordi medico e consigliere comunale di minoranza a Pontremoli. Sempre in appoggio a Giani, con la lista Orgoglio Toscana, c’è Valentina Della Zoppa, consulente del lavoro ad Aulla. Sempre nell’ambito del centrosinistra anche la candidatura della sindaca di Filattiera, Annalisa Folloni, con la lista Sinistra Civica Ecologista. C’è anche un altro sindaco lunigianese in appoggio a Giani, Claudio Novoa, primo cittadino di Mulazzo che nella sua lista di Italia Viva ha altri due compagni di viaggio del nostro territorio: Alice Rossetti, coordinatrice del partito in Lunigiana e Clara Cavellini consigliere comunale a Pontremoli. E proprio la candidatura di quest’ultima ha creato un gran putiferio politico. Primo con il suo passaggio dalla coalizione di centrodestra a quella di centrosinistra e poi per le sue dimissioni da assessore del comune con un messaggio che sembra voler mettere in luce delle frizioni (anche se il messaggio non specifica) all’interno dell’amministrazione: “tale decisione è comunque avvenuta anche in considerazione della personale necessità di non dover continuare a convivere con situazioni divenute ormai imbarazzanti”. Una candidatura che potrebbe anche fungere da “testa di ponte” per ricucire la distanza tra i fratelli Ferri (lontananza solo di “partito” e non “politica” visto il continuo sostegno dell’onorevole Cosimo all’attuale amministrazione di cui dovrebbe essere, teoricamente, all’opposizione) in vista delle elezioni comunali del 2021. A sostegno di questa ipotesi i comunicati stampa di Forza Italia prima e “Cara Puntremal” poi, che paiono più concentrati nell’attaccare il Pd pontremolese (a sua volta molto duro con la Cavellini) che non l’ex assessore. Non mancano anche nel centrodestra i nomi lunigianesi: a partire dal sindaco di Tresana, Matteo Mastrini nella lista di Forza Italia. Con lui in appoggio a Susanna Ceccardi ci sono anche Federica Fumanti consigliera di minoranza a Podenzana e candidata con la Lega, ed Umberto Zangani per Fratelli d’Italia, ex vicesindaco di Villafranca e vicepresidente provinciale del partito della Meloni. Nella lista Patto per la Toscana ci sarebbero (condizionale legato, alla presenza della lista) Silvia Barella, consigliera comunale di minoranza a Filattiera e Giuliano Novelli, ex consigliere di Fivizzano e candidato a sindaco di Aulla per la Lega alle ultime comunali. (r.s.)

Sanità, infrastrutture e rifiuti incendiano il dibattito tra Toti e Sansa nello spezzino

Al voto anche la Lunigiana Ligure

Vista panoramica della Spezia
Vista panoramica della Spezia

Anche la Liguria è chiamata al voto regionale e con essa la parte di Val di Magra ricadente nel territorio spezzino. A contendersi lo scranno di presidente saranno 9 candidati, ma la sfida sarà tra Giovanni Toti, candidato della coalizione di destra, e Ferruccio Sansa, sostenuto da democratici e 5 Stelle. Toti, presidente uscente, appare il favorito della competizione: sebbene la coalizione lo abbia riconfermato senza troppo entusiasmo, il giornalista viareggino può rivendicare la ricostruzione record del Ponte Morandi (con finanziamenti e leggi ad hoc del governo nazionale) e l’avere espugnato molti comuni grandi e piccoli del “rosso” Levante ligure – da Genova a La Spezia, da Sarzana a Chiavari – con sindaci “civici” capaci di attirare quell’elettorato lontano dalle manifestazioni più grevi della destra. A Sansa non mancherebbero gli argomenti per competere con Toti: dal sistema sanitario in estrema difficoltà, ai problemi di strade e autostrade, fino alle infiltrazioni criminali nel tessuto economico e al disinteresse o l’avversione per i temi ambientali mostrati dalla giunta uscente. Si tratta di temi caldissimi nel territorio spezzino. Sul fronte sanitario è ancora al palo la costruzione del nuovo ospedale del Felettino, i cui lavori avrebbero dovuto concludersi ad agosto 2020 mentre l’area è ancora un enorme sbancamento e l’appalto è stato revocato e il futuro dell’opera è nell’incertezza più totale, l’emergenza Covid è stata gestita in maniera una caotica e massiccia è l’emigrazione verso la Toscana per esami e diagnostica. Sul piano infrastrutturale, le promesse dell’assessore alle infrastrutture amegliese Giacomo Giampedrone circa i nodi della viabilità della bassa val di Magra, sono rimaste tali: in 5 anni solo un lotto della strada della Ripa è stato realizzato, gli altri progetti sono ancora sulla carta e il cantiere del terzo lotto della variante Aurelia di Spezia è fermo da anni. La Regione è sotto accusa anche per l’impianto che dovrebbe produrre biometano dai rifiuti organici: inizialmente l’area per l’impianto era stata individuata vicino alla centrale Enel di Spezia, e solo per i rifiuti della provincia, ma con un colpo di mano il progetto è stato ampliato, per accogliere i rifiuti dell’intero Levante ligure, e spostato negli svincoli autostradali di Santo Stefano, poche centinaia di metri a monte dei pozzi che riforniscono di acqua La Spezia, Arcola e Ameglia: le manifestazioni popolari dell’inverno scorso hanno imbarazzato il centrodestra locale, ma non hanno smosso la giunta regionale che non ha esitato nemmeno a portare i suoi attacchi, fino alla minaccia di chiusura, al Parco fluviale di Montemarcello – Magra. Tuttavia il periglioso percorso che ha portato al nome di Sansa, ha fatto perdere smalto alla candidatura: il M5S ligure si è spaccato sull’alleanza con il Pd, le vecchie inchieste giornalistiche di Sansa sulla giunta Burlando hanno decretato la rottura con Italia Viva, che si presenta con Aristide Massardo, mentre il Pd locale lo sostiene in modo tiepido, al punto che esponenti di spicco hanno sbattuto la porta. Simbolico il caso di Sarzana, l’ex roccaforte rossa, fucìna per decenni dei politici più influenti della sinistra spezzina e non solo: a togliere rumorosamente il disturbo all’indomani della candidatura di Sansa sono stati “big” del calibro di Renzo Guccinelli, già assessore regionale e sindaco di Sarzana per 10 anni, e di Alessio Cavarra, ultimo sindaco di centrosinistra, transitato tra i renziani per intraprendere un dialogo con Forza Italia. (d.t.)