Papa Francesco: “Non è questo il tempo dell’indifferenza, non è questo il tempo degli egoismi”

Il messaggio Urbi et Orbi del giorno di Pasqua

16Pasqua_papa“Il mio pensiero quest’oggi va soprattutto a quanti sono stati colpiti direttamente dal coronavirus – dice Papa Francesco – ai malati, a coloro che sono morti e ai familiari che piangono per la scomparsa dei loro cari, ai quali a volte non sono riusciti a dare neanche l’estremo saluto”. Bergoglio comincia il suo Messaggio “Urbi et Orbi”, nella prima Pasqua “senza concorso di popolo”, rivolgendosi dalla basilica di San Pietro a coloro che soffrono a causa della pandemia di Covid-19.
“Il Signore della vita accolga con sé nel suo regno i defunti e doni conforto e speranza a chi è ancora nella prova, specialmente agli anziani e alle persone sole”, la sua preghiera: “Non faccia mancare la sua consolazione e gli aiuti necessari a chi si trova in condizioni di particolare vulnerabilità, come chi lavora nelle case di cura, o vive nelle caserme e nelle carceri”.
papa-messaincoenadomini-2“Per molti è una Pasqua di solitudine, vissuta tra i lutti e i tanti disagi che la pandemia sta provocando, dalle sofferenze fisiche ai problemi economici”, fa notare Francesco: “Questo morbo non ci ha privato solo degli affetti, ma anche della possibilità di attingere di persona alla consolazione che sgorga dai Sacramenti, specialmente dell’Eucaristia e della Riconciliazione. In molti Paesi non è stato possibile accostarsi ad essi, ma il Signore non ci ha lasciati soli!”. “Gesù, nostra Pasqua, dia forza e speranza ai medici e agli infermieri, che ovunque offrono una testimonianza di cura e amore al prossimo fino allo stremo delle forze e non di rado al sacrificio della propria salute”, continua il Papa: “A loro, come pure a chi lavora assiduamente per garantire i servizi essenziali necessari alla convivenza civile, alle forze dell’ordine e ai militari che in molti Paesi hanno contribuito ad alleviare le difficoltà e le sofferenze della popolazione, va il nostro pensiero affettuoso con la nostra gratitudine”.
“In queste settimane, la vita di milioni di persone è cambiata all’improvviso”, in questa Pasqua eccezionale: “Per molti, rimanere a casa è stata un’occasione per riflettere, per fermare i frenetici ritmi della vita, per stare con i propri cari e godere della loro compagnia”, l’analisi di Francesco: “Per tanti però è anche un tempo di preoccupazione per l’avvenire che si presenta incerto, per il lavoro che si rischia di perdere e per le altre conseguenze che l’attuale crisi porta con sé”.
16Pasqua_papa-messa1Di qui l’appello a “quanti hanno responsabilità politiche ad adoperarsi attivamente in favore del bene comune dei cittadini, fornendo i mezzi e gli strumenti necessari per consentire a tutti di condurre una vita dignitosa e favorire, quando le circostanze lo permetteranno, la ripresa delle consuete attività quotidiane”. “Non è questo il tempo dell’indifferenza, perché tutto il mondo sta soffrendo e deve ritrovarsi unito nell’affrontare la pandemia”, l’invito a non lasciare soli i poveri, i profughi e i senza tetto “che popolano le città e le periferie di ogni parte del mondo”.
“Si allentino le sanzioni internazionali che inibiscono la possibilità dei Paesi che ne sono destinatari di fornire adeguato sostegno ai propri cittadini e si mettano in condizione tutti gli Stati di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri”. È la proposta del Papa per fronteggiare l’emergenza della pandemia in atto, che ha dimensioni planetarie.
16Pasqua_papa-messa“Non è questo il tempo degli egoismi, perché la sfida che stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di persone”, il grido d’allarme del Papa, che tra le tante aree del mondo colpite dal coronavirus rivolge “uno speciale pensiero all’Europa”: “Dopo la Seconda Guerra Mondiale, questo continente è potuto risorgere grazie a un concreto spirito di solidarietà che gli ha consentito di superare le rivalità del passato. È quanto mai urgente che tali rivalità non riprendano vigore, ma che tutti si riconoscano parte di un’unica famiglia e si sostengano a vicenda”.
“Oggi l’Unione Europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero”, la tesi di Francesco: “Non si perda l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative. L’alternativa è solo l’egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni. Non è questo il tempo delle divisioni”.
“Cristo nostra pace illumini quanti hanno responsabilità nei conflitti, perché abbiano il coraggio di aderire all’appello per un cessate il fuoco globale e immediato in tutti gli angoli del mondo”. è l’appello contenuto nell’ultima parte del messaggio. “Non è questo il tempo in cui continuare a fabbricare e trafficare armi, spendendo ingenti capitali che dovrebbero essere usati per curare le persone e salvare vite”, il monito di Francesco, ponendo fine ai conflitti in Siria, Yemen, Iraq, Libano, Ucraina, tra israeliani e palestinesi. Senza dimenticare gli attacchi terroristici in Africa.
“La crisi che stiamo affrontando non ci faccia dimenticare tante altre emergenze”, prosegue il Papa citando la crisi in Mozambico e menzionando i migranti, i rifugiati e gli sfollati: molti sono bambini, “che vivono in condizioni insopportabili, specialmente in Libia e al confine tra Grecia e Turchia”. “Non vorrei dimenticare l’isola di Lesbo”, aggiunge a braccio. Infine, l’auspicio di giungere in Venezuela a “soluzioni concrete e immediate” che aiutino la popolazione. “Indifferenza, egoismo, divisione, dimenticanza non sono davvero le parole che vogliamo sentire in questo tempo”, conclude Francesco.