
Dieci regole per non perdere un primato che ci fa onore
Con un indice complessivo di “circolarità” – uso efficiente delle risorse; utilizzo di materie prime e seconde; innovazione in produzione, consumo, gestione rifiuti – di 103 punti, l’ Italia è al primo posto in Europa per l’economia circolare. Al secondo posto nella classifica delle cinque principali economie europee si piazza con notevole distacco il Regno Unito (90 punti), seguito da Germania (88), Francia (87), Spagna (81).
In Italia la percentuale di riciclo dei rifiuti è pari al 67% ma la nostra corsa rischia di arrestarsi, mentre quella degli altri grandi Paesi del continente sta prendendo slancio anche grazie al nuovo pacchetto di direttive approvato lo scorso luglio.
È quanto emerge dal primo Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2019, realizzato dal Circular Economy Network – rete promossa dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e 13 aziende e associazioni di impresa – e da Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), e presentato in occasione della Conferenza nazionale sull’economia circolare.
L’Italia, in confronto alle valutazioni 2018, ha infatti conquistato solo 1 punto in più mentre la Francia, che aveva totalizzato 80 punti ne ha aggiunti 7 e la Spagna ha scalato la classifica guadagnandone ben 13.
“Se non si recepiscono pienamente le politiche europee, facendo tra l’altro partire i decreti che tecnicamente regolano il trattamento e la destinazione di quelli che finora sono considerati rifiuti e che invece possono diventare una risorsa per la manifattura italiana – si legge nel Rapporto -, rischiamo di perdere non solo un primato ma un’occasione di rilancio economico fondamentale”.
“Servono un piano e una strategia nazionale, che permettano ai numerosi progetti industriali in attesa di autorizzazione di partire”, il monito di Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e del Circular Economy Network.
Per Roberto Morabito, direttore del Dipartimento sostenibilità dell’Enea, il nostro Paese ha oggi “tutte le qualifiche per una transizione di successo dall’economia lineare all’economia circolare, ma occorre superare ancora ostacoli e barriere”.
Di qui l’importanza di dar vita a un’Agenzia nazionale per l’uso e la gestione efficiente delle risorse “che possa supportare la transizione verso l’economia circolare in termini di tecnologie, metodologie e strumenti di pianificazione, gestione e misurazione”.
Alla Conferenza è stato presentato un “decalogo” per rilanciare l’economia circolare, promuovere la sostenibilità ambientale, ridurre le emissioni di gas serra, sostenere la competitività dell’Italia. È necessario, si legge al primo punto, “diffondere e arricchire la visione, le conoscenze, la ricerca e le buone pratiche dell’economia circolare” come risparmio e uso più efficiente di materie prime ed energia.
Agensir