
La voglia di scandalo e divisione può essere contrastata solo con il silenzio e la preghiera. Così Francesco, nell’omelia della prima messa mattutina celebrata nella cappella della Casa S. Marta dopo la pausa estiva. Per il Papa, e per chi ama la Chiesa, questi sono giorni di sofferenza.
Non si sentiva proprio il bisogno che un arcivescovo, già gratificato da alti onori nella gerarchia vaticana – era stato segretario del Governatorato dello Stato della città del Vaticano ai tempi di Benedetto XVI e poi Nunzio Apostolico negli Stati Uniti, pur avendo rapporti a dir poco turbolenti sia con Ratzinger che con Bergoglio – attaccasse in tal modo il Pontefice. Dalla prima carica era stato destituito, con la “promozione” a Nunzio Apostolico da Benedetto XVI, dalla seconda da Papa Francesco.
Mons. Carlo Maria Viganò ha risposto sempre con missive di denuncia non sempre avallate da fatti concreti. Oggi chiede le dimissioni del Papa per aver ignorato gli abusi sessuali del card. McCarrick. Le accuse sono fumose e senza pezze a sostegno.
Sembra nota a tutti la determinazione del Papa nell’affrontare il problema: la richiesta di dimissioni a tutto l’episcopato cileno ne è una riprova. Ma soprattutto dovrebbe essere indicativa la destituzione dal cardinalato del succitato McCarrick.
Oggi c’è una nuova accusa circa un fatto avvenuto durante la visita del papa negli Usa. Si cercano appigli per tentare di minare la credibilità di Papa Francesco perché evidentemente a qualcuno non piace il volto di Chiesa che egli sta proponendo. Sembra stagliarsi una lotta tra tradizionalisti e riformatori.
Il papa non intende entrare nella polemica. Già al ritorno dall’Irlanda aveva invitato i giornalisti a leggere attentamente il documento e a trarne essi stessi le conclusioni, oggi si fa riferimento al Vangelo di Luca. A Nazareth vogliono i miracoli, ma Lui usa solo la Parola di Dio.
“Erano una muta di cani selvaggi che lo cacciarono fuori dalla città – ha osservato Francesco -. Non ragionavano, gridavano. Gesù taceva. Lo portarono sul ciglio del monte per buttarlo giù ‘ma Egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino’. La dignità di Gesù: con il suo silenzio vince quella muta selvaggia e se ne va” e “lo stesso accadrà il Venerdì Santo”.
“Questo ci insegna che quando c’è questo modo di agire, di non vedere la verità, resta il silenzio”. “Il silenzio che vince, ma tramite la Croce. Il silenzio di Gesù” perché “la verità è mite, la verità è silenziosa, la verità non è rumorosa. Non è facile, quello che ha fatto Gesù; ma c’è la dignità del cristiano che è ancorata nella forza di Dio. Con le persone che non hanno buona volontà, con le persone che cercano soltanto lo scandalo, che cercano soltanto la divisione, che cercano soltanto la distruzione, anche nelle famiglie: silenzio. E preghiera”.
Giovanni Barbieri